Arcadio Spinozzi in esclusiva a “Cuore di Lazio”: Ho portato una battaglia contro il male del calcio, dopo anni di processi non è emerso di nulla. “Non escludo in futuro di riprenderla, ma il sistema è malato”

Intervenuto in esclusiva nella nostra trasmissione Lazio nel cuore Arcadio Spinozzi difensore della Lazio dal 1980 al 1986 ha voluto ricordare gli anni trascorsi a Roma. “Sono stati anni difficili, ma l’affetto intorno a noi giocatori era veramente enorme. Al mio arrivo a Roma ero convinto di trovare 5/6 tifosi, invece l’affetto per quella Lazio è stato superiore ad ogni mia previsione”. L’ex difensore ha parlato anche del suo trascorso nelle file del Verona, “Per me è stata già una grandissima emozione vedere sia il Verona che la Lazio giocare al Bentegodi, oggi seguo meno il calcio ma sono sempre informato sui risultati della nostra Lazio”. “Con il calcio ho chiuso definitivamente anni fa, ho terminato la mia carriera alla Reggina e sono stato un mese nelle file dell’Aquila per aiutare la società in gravi difficoltà di organico”. Arcadio ha parlato dei giocatori del passato in particolare di Vincenzo D’Amico con il quale è rimasto molto legato. “Del calcio di oggi non mi è piaciuto il caso Calciopoli, mi sono esposto in prima persona costituendomi parte civile, ho visto di tutto e sono rimasto molto deluso. Ho portato avanti denunce contro il Coni, la Uefa la Figc, sono stati anni di lotta e di sperpero di denaro che non hanno portato praticamente a nulla. Di quello che accaduto purtroppo è emerso ben poco, ad oggi ho tutte le oltre 30.000 intercettazioni, alcune tra l’altro clamorose, arbitri e manovratori del calcio, c’era di mezzo di tutto, giornalisti, banchieri, finanzieri etc. La cosa più incredibile è stato il fatto che ho dovuto abbandonare la mia battaglia per problemi fisici, ma non escludo di riprenderla in futuro. Ho ascoltato intercettazioni dove si chiedeva di modificare le inquadrature della moviola, ma ripeto, purtroppo non è emerso nulla, anche perchè le intercettazioni hanno evidenziato l’utilizzo di schede telefoniche non rintracciabili, in alcuni casi di paesi dell’est Europa dove vige un ordinamento giuridico diverso dal nostro.