Bentornata Serie A.

Dopo l’antipasto della SuperCoppa Italiana si ricomincia, riparte il campionato italiano di calcio di serie A.
Certo, romanticamente ci piacerebbe ci fosse un orario di inizio uguale per tutti, una partenza all’unisono, affascinante ed avvolgente, con i vari campi che si intersecano nel regalare emozioni e tensioni, con le curve colorate, tamburi (finalmente, bentornati) e cori….insomma ritorna il passatempo e la passione più cara agli Italiani.
Certo il periodo storico, gli ultimi avvenimenti sanguinosi e tragici hanno trasmesso in tutti noi dolore, angoscia, tristezza ed anche paura, ed allora, pur uniti nel cordoglio e nell’abbraccio commosso alle vittime ed ai loro familiari, ecco che un evento come il campionato di calcio assurge ad un ruolo ancor più importante, quello di colorare e portare una ventata di spensieratezza e positività nella nostra vita.
La serie A riparte dopo un dominio di 6 anni da parte della Juventus, dominio, diciamocelo subito, evitando finti populismi, totale e soprattutto incontrastato, senza avversari veri e propri; la Roma ed il Napoli, viste le difficoltà economiche di Milan ed Inter, non hanno impensierito la Vecchia Signora, proclami, caroselli, balli sotto la curva di fatto non hanno sortito alcun effetto pratico, alla Juve non hanno fatto neanche il solletico.
Una Juventus solida, realistica, programmata per vincere e non per attirare complimenti, prima Conte e poi Allegri, nella stagione 2015-16 aveva addirittura concesso 15 punti di vantaggio ai club contendenti, il titolo di campione d’inverno al Napoli….eppure l’epilogo non solo è stato sempre lo stesso, ma addirittura la vittoria finale è avvenuta senza patemi, in solitaria, tanto tranquillamente che lo stesso club bianconero si è pure dedicata alla lotta per la conquista della Champions League, o meglio Coppa dei Campioni, giungendo due volte in Finale nelle ultime 3 stagioni.
La stagione riparte con un prologo molto significativo, la Lazio, la tanto dimenticata e snobbata Lazio di Lotito, Tare e Mister Inzaghi, ha battuto proprio la Juventus dominatrice, una vittoria netta, piena e meritata, a dispetto di quel che direbbe la dinamica della partita e del risultato finale, la Lazio ha dimostrato che la Juventus si può battere se si entra in campo senza timidezze e paure, ma allo stesso tempo umiltà e sobrietà, allontanando annunci e proclami di vittoria anticipata che non solo sono inutili, ma risultano anche dannosi, creando un clima ideale per la “reazione” della Juventus.
Quest’anno sembrano tornate le Milanesi, Milan ed Inter si apprestano ad iniziare la stagione con una consapevolezza ed una compattezza, nonché qualità di squadra, diversi dagli scorsi anni, entrambe le tifoserie ripartono con tanto entusiasmo e passione, con la speranza di poter davvero lottare per il vertice, e davvero c’è la sensazione che con il ritorno dei due storici e prestigiosi club milanesi stavolta l’epilogo potrebbe essere differente dagli altri anni, quantomeno si spera sia combattuto fino alla fine.
Analizzando le squadre diciamo che la Juventus, pur mantenendo l’ossatura dello scorso anno, sembra presentarsi meno solida, la perdita di Bonucci, Dani Alves, lo stesso Evra, ma anche di pedine di rincalzo come Rincon, Lemina, sembra, ripeto sembra, aver tolto qualcosa in solidità, soprattutto tatticamente e tecnicamente la cessione di Bonucci, che fungeva da regista arretrato, può comportare qualche problema di assetto e manovra. Il mercato è ancora aperto, e Matuidi a parte, ci si aspetta qualche colpo da 90.
Il Napoli ha cambiato poco o nulla, Sarri ha espressamente chiesto la conferma dei suoi titolari, e magari l’acquisto di qualche ricambio di qualità; è storia che De Laurentis piazza il grande colpo solo se vi è un grande incasso da cessione di un big, non avvenendo ciò in entrata c’è stato poco.
Per un club che desidera ritornare a vincere lo scudetto ci si aspetterebbe di più (come ripete più volte il Presidente del Napoli dei sogni e dei trionfi dell’epoca di Maradona, Corrado Ferlaino), la chiave di volta della stagione sarà Maurizio Sarri e la gestione della rosa del doppio impegno campionato/coppa, al momento ancora il punto dolente della sua gestione, infatti negli scorsi due tornei il Napoli ha perso i punti decisivi ed importanti sempre in concomitanza dei periodi in cui si giocavano le due competizioni ogni 3 giorni.
Mister Sarri per sua abitudine, e salvo infortuni e squalifiche, impiega quasi sempre, al massimo, 14-15 giocatori, non di più, basti pensare che lo scorso anno il neo-acquisto Rog, tanto pubblicizzato da De Laurentis, acquistato ad Agosto ha cominciato a giocare a Marzo….questo è chiaramente un limite, sembra che per la sfida di campionato a Verona, la prima, inserita tra le due contro il Nizza, il Mister azzurro sia intenzionato a schierare 8/11 della squadra titolare, evidentemente le sue idee su questo tema, turn-over e gestione della rosa, sono molto rigide, per cui penso che i punti di forza del Napoli, gioco collaudato e giocatori affiatati, risulto poi essere anche un suo limite, il campionato è come un Giro d’Italia o un Tour de France, una corsa a tappa, in cui la gestione delle forze e delle risorse è fondamentale e decisiva.
La Roma si è chiaramente indebolita con cessioni eccellenti, Salah e Manolas su tutti, ma inevitabili vista la situazione debitoria in bilancio, per cui penso sia difficile possa inserirsi nella lotta al vertice, staremo a vedere anche poi la capacità di Eusebio Di Francesco di difendere il suo modo di far giocare la squadra in una piazza come Roma, a suo favore ha uno dei centrocampi più solidi del campionato.
La Lazio si pone come outsider, poco considerata dai media, sminuita e snobbata dalle piazze mediatiche maggiori, ha già bagnato di gloria la sua stagione con la conquista di un trofeo, la Supercoppa Italiana, uno dei tre trofei della stagione, quindi parte con un ambiente positivo e sicuro di sé, pronto farsi valere anche in Europa League, anche in questo decisivo sarà la gestione del doppio impegno, ma la presenza della colonna portante della squadra, Strakosha-De Vrij-Leiva-Milinkovic-Immobile, preziosa per quantità e qualità, ne garantisce la speranza di inserirsi nella lotta ai primi 4 posti.
La Fiorentina non mi stupirebbe se, nonostante le cessioni, riuscisse, sotto la guida di Pioli, voglioso di rivincite, a candidarsi nella lotta all’Europa, così come il Torino e l’Atalanta, meravigliosa realtà dello scorso anno, chiamata alla verifica del doppio impegno Italia/Europa.
Curiosità anche dalle new entry Benevento e Spal, realtà appassionate e ricche di passione, e dal bentornato Hellas Verona, storico e glorioso club scaligero, chiamato a riprendersi il primato cittadino dal Chievo, così ben gestito e diretto.
Quest’anno sembra ripartire una ritrovata serie A, che sembra timidamente ricordare quello che una volta era definito come il più bello e difficile campionato del mondo, ho la sensazione che il calcio italiano, grazie ai nuovi investitori ed ai nuovi talenti, stia ritornando a quei livelli…Buon Calcio a Tutti.