Cari qualcuno, purtroppo per voi la Lazio è viva e vegeta

(Venerdi 31 marzo 2017, ore 15,00)

E’ uscita la semestrale d’esercizio al 31 dicembre 2016 della Lazio  che indica come la società abbia una posizione tranquilla e solida a dispetto dei tanti comunicatori contestatori, i quali si sono sperticate le dita a scrivere scenari apocalittici e disastrosi sul futuro della Lazio: Ovvio che oggi 31 marzo a differenza di altre situazioni dove la semestrale o il bilancio complessivo indicava dei passivi, non vediamo articoli in merito e non vediamo speciali e tribune politiche sportive su come “sarà” e “come potremo” salvare la Lazio dal baratro. Ovvio che una notizia positiva che gioco forza ha bisogno di essere accompagnata da un riconoscimento altrettanto positivo verso la dirigenza attuale della società, è dannatamente scomoda ai più e sicuramente non porta notorietà, attenzione, click, consensi, visibilità. Ovvio quindi che non deve essere messa in evidenza, ovvio che non deve prevalere su altre argomentazioni futili che però diventano per loro magia, fondamentali e di priorità assoluta. Ma ci rendiamo conto che stiamo sparando contro una massa di rappresentanti di categoria
(per fortuna non tutti) che meritano solo compassione e una pacca sulla spalla con la classica frase di conforto “tranquillo, non è colpa tua…”, per cui chiudiamo qui la giusta e doverosa osservazione di quanta malafede circola nell’ambiente Lazio.

Veniamo quindi a valutare sommariamente cosa ci dice questa semestrale come valori.
Vogliamo premettere che tutto è valutato da tifosi e non da esperti in materia, ma sappiamo che altri illustri soloni del giornalismo, di cui però non troviamo traccia in nessun registro nazionale di giornalisti professionisti o pubblicisti e nemmeno lo troviamo nel registro dell’albo dei commercialisti, spesso e volentieri, quando tale relazione indica valori negativi, spreca fiumi di parole sui proprio articoli per fare valutazioni professionali e competenti.

Noi da semplici tifosi andremo quindi a vedere cosa dice la semestrale e cosa ci fanno comprendere i numeri al suo interno.

Qui se volete, trovate la pubblicazione della semestrale in formato PDF e scaricabile da chiunque.

http://www.sslazio.it/images/documents/investors/Relazione_S.S._Lazio_Sem._Cons._31.12.216.pdf

Partiamo dal primo dato che è il “risultato netto positivo” che al 31 dicembre 2016 è  + 9,5 milioni di euro.
Esso si va subito a confrontare con il saldo negativo di -12,36 milioni del bilancio consuntivo della stagione 2015/2016 al 30 giugno 2016.
Dal confronto tra i due dati notiamo che in questi primi sei mesi della nuova stagione, si è recuperato tutto il saldo negativo e si è andati oltre di 9,5 milioni, con un disavanzo positivo tra le due situazioni di ben 22 milioni e spicci.
Così come noi allora sostenemmo che il negativo di 12 milioni era un negativo più che sostenibile e normale considerando la mancata partecipazione alle coppe europee con le conseguente entrate economiche, anche ora sosteniamo che un surplus positivo di 10 milioni circa , sono un buon risultato che rientra anch’esso nella normalità di una gestione di una società di calcio quotata in borsa. Indubbiamente però è quanto mai positivo rilevare che nonostante il mancato introito economico dovuto alle coppe europee, la Lazio è riuscita a sopperire molto bene il periodo andando a crearsi una situazione positiva di bilancio che in una proiezione annuale porterebbe la società a chiudere la gestione con un utile di circa 20 milioni di euro.

Questa estate la Lazio, così come ci informa la tabella pubblicata nella semestrale a pagina 6, ha effettuato una campagna acquisti per 31,95 milioni di euro, comprando 6 giocatori ( vedi immagine tabella).
Di contro nella sezione cessioni riscontriamo la vendita di 2 giocatori per un valore complessivo di 25,5 milioni di euro. Viene quindi naturale fare la differenza e arrivare al risultato che tra comprare e vendere in pratica la Lazio ha sborsato 6,45 milioni di euro

tabella
Molti storceranno il naso di questo dato sostenendo che la Lazio in pratica non investe molti soldi sul mercato ma aspetta sempre di vendere i suoi giocatori per attivarsi negli acquisti.
Noi riteniamo invece che quando accade questo tipo di situazione, ci dobbiamo rallegrare che alla fine del mercato, la Lazio sia riuscita con poca spesa ad allestire una rosa di tutto rispetto in considerazione della sola partecipazione al campionato e alle poche partite di Coppa Italia qualora si arrivi alla finale. Tutti i tifosi sognano campioni forti dentro la loro squadra, scenari internazionali prestigiosi, tutto molto bello e vero, ma nel calcio di oggi certe situazioni si vivono attraverso situazioni economiche ben delineate. E ogni club deve saper vivere e gestire la sua realtà economica al meglio senza andare a confrontarsi con le altre squadre e i loro bilanci, altrimenti non solo si perde di vista la propria gestione, ma si vanno a commettere più errori di quanti non se ne facciano normalmente.

Un altro dato che spicca è la voce relativa all’entrata da “ sponsorizzazioni e pubblicità”, nota sempre messa in chiara evidenza in chiave sempre negativa da molti “analizzatori seriali” dei bilanci Lazio in questi anni.
I tifosi spesso lamentano e contestano alla dirigenza il non avere da anni, uno “sponsor sulla maglia” che potrebbe a sentir loro e non solo loro, far entrare maggior liquidità da poter mettere a disposizione per esempio, nel calciomercato.
Nella semestrale riscontriamo che ci sono entrate per 5,77 milioni complessive Anche qui volendo fare una proiezione logica sull’annualità,. Ci ritroveremmo ad avere un’entrata complessiva di fine stagione di 11,54 milioni di euro. Tutto questo senza sporcare minimamente la maglia da gioco.
Ma molti diranno subito “ ma se hai anche lo sponsor sulle maglie ne avrai di più di soldi complessivi”, no non funziona proprio così.
La Lazio ha scelto una strada fatta di partnership dove appunto tali entrate attuali sono derivate proprio dal fatto che non esiste un “main sponsor” cioè un’azienda che si mette più in evidenza delle altre. Tale situazione permette a tutte le parti pubblicitarie di essere visibile allo stesso modo e quindi di partecipare economicamente in quantità superiore rispetto alla presenza di una main sponsor sulla maglia. In buona sostanza, ragionando terra terra, noi ipotetici proprietari della Lazio chi ce lo fa fare a sporcare la maglia con uno sponsor se quest’ultimo alla fine complessivamente non ci porta più entrate economiche di quelle che ho attualmente con la maglia bella pulita? Nessuna convenienza, quindi resto come sto. Per poter far entrare più soldi, tale azienda che vuole diventare mani sponsor, dovrebbe mettere sul tavolo, un’offerta economica che non solo vada a coprire le fisiologiche perdite economiche derivanti dalla meno esposizione economiche delle attuali azienda vista la visibilità differente, ma dovrebbe andare oltre l’attuale entrata che si ha senza appunto avere nessun sponsor sulla casacca da gioco, tanto da permettere complessivamente una maggiore entrata complessiva di quella attuale.
capite da soli( o forse no sta a voi riuscirci) che non basterebbe trovare un mani sponsor da 3-5 milioni l’anno, ne servirebbe uno che come minimo metta sul tavolo almeno 10-13 milioni l’anno, e all’orizzonte non si vedono tutte queste aziende disposte ad investire 40-50 milioni in sponsorizzazione in 3 anni, che è il minimo contrattuale da discutere quando si mettono tanti soldi così. Ecco quindi spiegato il perché la Lazio attualmente non ha uno sponsor sulla maglia, perché non c’è l’offerta giusta a sopperire il tutto e a far aumentare l’attuale entrata complessiva già acquisita.

Tanto per fare un piccolo paragone con i dirimpettai del Tevere, loro pur con tutte le campagne pompate e strabilianti, hanno un introito pubblicitario di solo 1,8 milioni in più nella semestrale, ma in compenso hanno un bel -53,4 milioni di passivo nel rendiconto finale della semestrale. Tale passivo si configura pur avendo avuto introiti europei con l’Europa League, con gli incassi dalle gare casalinghe  5 volte tanto il nostro tra campionato e coppe, con il merchandising superiore al nostro. Pensate un po’ che la loro proprietà ha dovuto fare un aumento di capitale per poter provvedere agli emolumenti di competenza che erano in forte ritardo e al limite della sanzione amministrativa che avrebbe comportato la penalizzazione in punti nella classifica attuale.

Ci permettiamo di evidenziare la nota secondo noi dolente di questa semestrale e cioè le entrate derivanti dal Merchandising. Il dato scritto è un misero 634,24 mila euro che davvero non riusciamo a comprendere pur con qualche attenuante del caso come il continuo e martellante invito al boicottaggio di tutto il materiale ufficiale Lazio da parte della comunicazione contestatoria. Una somma troppo esigua che meriterebbe un approfondimento accurato soprattutto nei confronti di chi ne è il responsabile di settore. Non è possibile che una società come Lazio con una piazza come Roma e con un bacino di tifosi sul tutto il territorio italiano di oltre 1 milione di unità, possa fatturare in sei mesi, appena 634 mila euro. C’è indubbiamente qualcosa che non è andato nell’impostazione del marketing che deve essere riveduto e corretto al più presto.

Ci sono poi le famose “ parti correlate” tanto care ai nemici giurati di Lotito.
da sempre si indica come principale motivo della non crescita qualitativa della Lazio, le entrate delle aziende di Lotito fornitrici di servizi alla Lazio che appunto fanno parte della voce delle correlate.
In questa semestrale il costo complessivo di queste parti è di 2,47 milioni di euro in funzione delle seguenti aziende:
Roma Union Security,
Gasoltermica Laurentina,
Omnia Service,
Linda
Snam Lazio Sud
Bona Dea

Sono le aziende di Lotito che corrispondo un servizio alla Lazio che quest’ultima comunque, dovrebbe acquistare ugualmente anche senza le aziende di Lotito, quindi ecco che il costo sostenuto dalla società sarebbe pressoché  identico. Inoltre c’è da far osservare come queste aziende non è che intaschino le loro somme spettanti pulite, ma da queste somme devono poi a loro volta sottrarre i costi di azienda derivanti dal pagamento dei dipendenti che ci lavorano e dalle spese di gestione.

Ricordiamo infine che tali costi sono sottoposti a revisione e controlla da parte dell’organo revisore dei conti che è una società esterna a Lotito e ad altri e che lavora per conto della CONSOB che è l’ente ultimo a mettere e dare  l’approvazione di un bilancio o relazione provvisoria così com’è la semestrale.

Capitolo a parte è la  US Salernitana che riceve dalla Lazio in questi sei mesi per “per l’utilizzo di diritti commerciali e pubblicitari nell’obiettivo anche dell’impiego e valorizzazione del proprio patrimonio sportivo soprattutto del settore giovanile.” La cifra di 730 mila euro, in pratica una “società satellite” ufficiale.
Può sembrare tanto agli occhi dei tifosi e non necessario, ma avere una società satellite ufficiale e per di più militante in una lega professionistica , porta dei vantaggi tecnici notevoli. Basti pensare a Strakosha che lo scorso anno ha fatto gavetta a Salerno per poi rientrare alla base e attualmente il portiere titolare della Lazio. Oppure i giocatori che attualmente non in prestito alla squadre campana come Minala, Ronaldo Pompeu, Luis Felipe, oppure come l’attuale allenatore Bollini. In passato hanno militato i vari  Pollace, Brce, Oikonomidis, Tounkara, Mendicino, Tuia, Berardi, Perpetuini, Iannarilli. Tutti giocatori che hanno potuto nel tempo, farsi le ossa in una piazza importante e attualmente da un paio d’anni, in serie B dove anche altri giovani della Lazio stanno trovando il loro spazio e si stanno facendo le ossa del mestiere

In conclusione, da semplici tifosi quali noi siamo, siamo comunque riusciti a verificare che la Lazio al momento, gode di una buona salute economica, di un buon rendiconto complessivo che speriamo sia confermato alla chiusura della stagione, magari con qualche dato superiore alle aspettative di ora.