Eh già, Noi siamo ancora qua…

Lunedi 16 aprile  ore 23,30)

Eh già…noi siamo ancora qua…in zona Champions. Parafrasando una famosa canzone di Vasco, questa Lazio, che tutti davano oramai per spacciata e finita, è ancora in piena lotta per un posto Champions anzi, al momento è suo uno dei due posti ancora liberi. Il derby ha dunque dimostrato per chi aveva qualche dubbio, che l’incredibile eliminazione dall’Europa avvenuta giovedi sera ad opera del Salisburgo, quel famosi e tristissimi 4 minuti, non sono stati altro che un inaspettato black out mentale. Il derby giocato contro una Roma reduce dalla lezione impartita agli spagnoli blaugrana di Messi & soci, ha riconsegnato al campionato una Lazio più agguerrita che mai, conscia della sua forza e vogliosa di riuscire a prendersi alla fine della competizione, quel posto Champions che più di ogni altra squadra, ha meritato sul campo e che solo le nefandezze arbitrali hanno tolto alla compagine biancoceleste, quella certezza di esserci fin da ieri. Eh si, perché 7-9 punti in più avrebbero proiettato la Lazio a 70 punti a ben 10 punti dal quinto posto a 6 giornate dal termine. Non ancora una certificazione matematica ma quasi. La partita giocata ieri sera è stata tatticamente perfetta e non ha permesso ai “galacticos giallorossi” di produrre nessun pericolo vero alla porta di Strakosha se non negli ultimi minuti finali quando c’è stata l’espulsione di Radu. Fino ad allora la partita l’ha fatta la Lazio, costruendo 3-4 occasioni da gol a fronte di un palo anche se clamoroso di Bruno Peres nel primo tempo. I numeri della partita però indicano un sostanziale equilibrio, stessa percentuale di possesso palla (50%) sessi numeri di passaggi intercettati (25 su 50) stesse occasioni da gol (4). Insomma alla fine, un pareggio giusto e veritiero. Così com’è stato vero di una Lazio fisicamente a posto e concentrata fin dal primo  secondo. Chi parlava di Lazio stanca, finita, svuotata, deve fare ancora bene i propri conti, e già da ieri sera ha dovuto cominciare ad apportare le prime varianti sul tema. La Lazio c’è, e c’è anche bene, e non teme il calendario sulla carta più insidioso rispetto alle altre due pretendenti. Perché ieri la Lazio ha dimostrato ai suoi eterni detrattori a prescindere, che la squadra ha un anima vera, uomini veri, gioco vero, corsa vera, palle toste. Anche Inzaghi ha dimostrato la sua qualità in panchina azzeccando e studiando (perché non si fa mai nulla per caso) la Roma scompaginandogli tutti i piani della vigilia che Di Francesco aveva generato. “ ci hanno sporcato la partita” questa è la frase che più racchiude la vittoria tattica di Simone. Sporcargli la partita voleva dire, non farli giocare come a loro piace giocare, non dargli profondità, non concedergli le fasce, non far lavorare bene Kolarov, non far giungere rifornimenti giusti a Dzeko, non permettere un inizio di gioco sereno dalle retrovie. Tutto questo ha fatto si che la Lazio invece si ritrovasse nel suo di gioco, fatto di scambi veloci e ravvicinati, delle folate di Anderson che metteva perennemente in difficoltà la difesa avversaria, in Immobile che continuava a scattare sul filo del fuorigioco purtroppo per noi sempre fischiato. Questa prestazione conforta Inzaghi, che ha visto la squadra scrollarsi in fretta la delusione dell’eliminazione europea, conforta la tifoseria che ieri sera ha inscenato uno spettacolo unico sugli spalti con una scenocoreografia (a me piace chiamarla così) da mille e uno notte appunto, e che non ha smesso un solo istante di sostenere a squarcia gola tutti i giocatori sospingendoli incondizionatamente. La Lazio c’è tutta, e l’Inter e la Roma dovranno passare sul suo cadavere se vorranno entrare in Champions. Ma la Lazio, come noi tifosi laziali sappiamo, è vissuta sempre nel sacrificio e nella sofferenza, la Lazio è bella tosta da questo punto di vista, la Lazio sa creare insieme al suo tifo una corazza invalicabile dove resistere a tutto e contrattaccare a tutto. Per questo sarà molto difficile stenderla a terra e lasciarcela, La Lazio e la sua Aquila, volano insieme nel cielo e si sa, il biscione striscia, la Lupa corre, ma mai potranno volare come un’Aquila. E allora dall’alto, dal panorama Champions, noi Aquile siamo lì a volare e a guardare gli altri arrancare. No, non ci fermerete, quel posto è nostro, ce lo meritiamo e lo abbiamo meritato sul campo.

Eh già….eh già….noi siamo ancora qua…..alla facciaccia vostra, delle Serpi e dei Lupi.