La mia Lazio, ovvero la storia d’amore tra Cesare Persichelli e la Lazio (parte seconda)

(10 novembre 2016 ore 13.00)

Eccoci alla seconda parte dell’intervista concessaci da Cesare Persichelli, una vera e propria bandiera della storia della Lazio. In questa seconda parte si parlerà di attualità e molte considerazioni dell’avv. Persichelli suscitano interesse per la profondità dei giudizi e la perspicuità del linguaggio. Lasciamo dunque ancora la parola, se così si può dire, al nostro interlocutore, specificando che la splendida foto in copertina (rilasciatami gentilmente da Cesare e presa dal suo archivio personale) lo ritrae in panchina accanto ad altri pezzi di storia biancoceleste, quali Lovati, Ziaco, Bezzi, Moriggi (Cesare Persichelli è tra Bezzi e Moriggi, con gli occhiali).

Buona lettura

5) Ti piace questa Lazio 2016/2017?

Nel momento in cui scrivo la Lazio viene da un ciclo positivo assolutamente meritato, e devo quindi ammettere che mi piace non poco, tenuto conto che assenze fondamentali – parlo di Biglia e De Vrij – si fanno indubbiamente sentire. La mia impressione, anzi il mio convincimento, è che con un paio di innesti di alta qualità la squadra potrebbe sicuramente competere per le primissime posizioni.

 6) La politica di Lotito è molto ferrea: attenzione al bilancio, cura del settore giovanile e guerra ai procuratori. Che ne pensi?

Condivido l’attenzione al bilancio e la cura del settore giovanile, e condivido altresì la “guerra ai procuratori”, se questa espressione significa una più attenta regolamentazione delle loro attività. In particolare, poiché le finalità degli agenti di calciatori non sono sempre rivolte agli interessi anche sportivi e di crescita degli loro assistiti, ma tendono unicamente ad aumentarne i corrispettivi con conseguenti loro personali vantaggi, ritengo indispensabile la stesura e la rigorosa applicazione di un codice, dove siano previste pene severe allorquando certi interventi (sostanzialmente trasferimenti) non giovano alla crescita e alla maturazione dell’atleta, ma vengono effettuati a soli fini di maggior guadagno. Peraltro, la risposta a questo interrogativo viene completata da quella resa nel capo successivo

 7) La Lazio potrà rivincere lo scudetto ed entro quanti anni?

Non è lecito escludere che la Lazio, anche in virtù delle sue tradizioni, abbia la possibilità di rivincere lo scudetto; non è, invece, consentito stabilire entro quanti anni. E’ opportuno precisare che per primeggiare in una competizione sportiva, tanto più se difficile come il campionato italiano di Serie A, devono concorrere la convinzione e l’aspirazione di diverse componenti quali: la società stessa, l’allenatore, la squadra ed i tifosi. Se andiamo indietro nel tempo, ci rendiamo conto che questo “concorso” non si è realizzato con immediatezza e che il primato sia stato raggiunto nell’anno successivo a quello in cui pure si sarebbe meritato. E’ successo al Bologna, al Cagliari e, per ben due volte, alla stessa Lazio: la circostanza che lo scudetto arrivi un anno dopo è rivelatrice del ritardo con il quale si è realizzata la coesione fra le componenti che ho nominato.

Per concludere, dato per scontato che i tifosi siano sempre pronti, occorre che l’obiettivo sia perseguito da allenatore, squadra e soprattutto dalla società: in altre parole, quando Lotito vorrà, lo scudetto potrebbe arrivare.

 8) A proposito di scudetto, perché lo scudetto del 1915 non fu assegnato anche alla Lazio?

Non ho elementi per giudicare perché lo scudetto 1915 venne assegnato al Genoa, per conseguenza, non posso esprimermi, salvo osservare che, tanto dal punto di vista sportivo, che da quello della giustizia, l’assegnazione 1915 realizza un vero e proprio sopruso.

 9) Il calcio è diventato un fenomeno televisivo; a parte qualche partita di cartello e lo «Stadium» bianconero gli stadi sono vuoti dappertutto. Se Lotito riprendesse il Flaminio, superando tutte le difficoltà che sappiamo, farebbe una mossa che spiazzerebbe tutti e che farebbe tornare in massa i tifosi allo stadio?

Indiscutibilmente il calcio è diventato un fenomeno televisivo. Un vecchio adagio francese insegna: “c’est l’argent qui fait la guerre”, il principio purtroppo si è trasferito nello sport ed in particolare nel calcio. Tuttavia, è impossibile trascurare che i nostri stadi sono vecchi, anzi obsoleti, addirittura, per quanto riguarda l’Olimpico, le difficoltà di parcheggio nelle vicinanze impediscono a molti tifosi – tra i quali io stesso – di godere in diretta la partita. Ed infatti, lo stadio della Juventus, ricordato dalla domanda, consente agli spettatori di raggiungerlo facilmente parcheggiando nei pressi la propria auto.

Per rivedere i nostri tifosi all’Olimpico, basterebbe, anzitutto una squadra vincente, ed in secondo luogo l’eliminazione della causa appena individuata, fermo restando che, secondo il mio personale convincimento, la ristrutturazione del Flaminio contribuirebbe non poco ad affollarlo con continuità, sempre naturalmente a condizione che la squadra sia competitiva.

 10) Un pensiero finale proprio ai tifosi; i laziali li conosci bene, quindi a te la parola.

Ai nostri supporters non devo insegnare nulla, tanto meno l’amore per i propri colori: quello che ha subìto il tifoso laziale nel corso degli anni è imparagonabile con le sofferenze di ogni altra tifoseria: se siamo rimasti innamorati della nostra squadra significa che il nostro sentimento è più forte di tutti gli altri ed è in grado di superare ogni avversità.

Mi limito pertanto a dire a tutti gli amici biancocelesti continuate ad amare la vostra squadra come sempre avete fatto.