Lazio, bella vittoria ma la rosa col mercato va completata.

(lunedi 22 agosto 2016, ore 10,40)
Buona la prima come si dice abitualmente quando si inizia un percorso fatto di tappe. Buona soprattutto perché la vittoria ottenuta con un bel 4 – 3, è a discapito di una squadra che tradizionalmente per la Lazio, l’Atalanta, ha sempre riservato delle sgradite sorprese. Indubbiamente non stiamo parlando di un team di livello primario, ma è sempre stata una squadra difficile da affrontare  in particolar modo nel proprio terreno casalingo dove spesso ha costruito la maggior parte dei punti in classifica definitivi. tifosi BergamoOttimo anche il supporto che la Lazio ha ricevuto dai tifosi al seguito che non hanno smesso un minuto di incitare i giocatori, il tecnico e tutta la squadra che al termine della gara è andata a ringraziare compatta, chissà che rinasca un fiore come due anni fa.

Che la Lazio fosse ed è tutt’oggi incompleta è sotto gli occhi di tutti poiché tra defezioni misteriose, vedi Keita, defezioni fisiologiche , vedi Anderson non ancora rientrato dal Brasile con la medaglia d’oro al collo, e altrettante defezioni sanitarie vedi principalmente Lulic e Radu, Simone Inzaghi ha dovuto ricorrere ad alcune seconde linee anche primaverili che però non l’hanno tradito e anzi, lo hanno ringraziato con una prestazione ampiamente sufficiente come Lombardi, condita da un gol che alla fine è risultato decisivo. Una nota stonata la sottolineiamo su Marchetti che difeso a spada tratta e anche con forza da Inzaghi, l’ha “tradito” al contrario facendosi bucare due volte in maniera quasi imbarazzante che se al posto di Marchetti ci fosse stato Berisha o peggio ancora Vargic, staremmo qui a gridare allo scandalo più puro.Quelle due “distrazioni mentali” chiamiamole cosi di Marchetti, hanno consentito all’Atalanta di rimettersi in piedi dal conteggio dell’arbitro che stava già all’ottavo secondo e cioè all’imminente dichiarazione di knock-out che avrebbe chiuso definitivamente la contesa.

La squadra era si calata fisicamente nel secondo tempo ma stava comunque controllando tranquillamente l’avversario non dandogli grosse opportunità di rimettersi in linea di galleggiamento. Molti giocatori titolari in realtà avevano sulle gambe in pratica poco più dei giorni del ritiro tedesco e una sola amichevole sulle gambe ed è quindi logico pensare che non erano pronti ancora del tutto ad essere fisicamente a posto per i 90 minuti di gioco. Ed è anche normale che sia cosi poiché la preparazione estiva deve portati a condizione gradatamente e non fulmineamente per poi fatti sbracare qualche centinaio di metri dopo. Il primo tempo ne è la palese conferma in quanto tutta la squadra ha costruito gioco, concesso poco se non una traversa all’inizio, complice anche una deviazione decisiva di Biglia sul tiro di Paloschi che all’origine non era un tiro poi cosi pericoloso. Immobile ha indubbiamente dato la profondità che mancava alla Lazio dello scorso anno, e ha dato quella lotta continua e inesauribile su tutti i palloni, e che ha permesso ai reparti arretrati di respirare e rimanere lucidi. Se a tutto questo aggiungiamo un gol e un tiro decisivo per il gol di Lombardi, ecco che la prestazione e la sua avventura laziale di Immobile, comincia sotto tutti i migliori aspetti e auspici.

I tre gol incassati sono ingannevoli sul giudizio complessivo della difesa in quanto maturati soprattutto per due manchevolezze di Marchetti. Il reparto difensivo è sembrato solido e tranquillo con un De Vrij che dall’alto della sua eleganza, da fiducia e sicurezza a tutti i suoi compagni. Ovvio che nella ripresa quando il centrocampo a corto di fiato si è abbassato di più, la linea difensiva ha inevitabilmente sofferto maggiormente la controffensiva bergamasca, ma se non ci fossero state le due magagne del portiere biancoceleste, l’Atalanta avrebbe comunque sbattuto contro un muro fino alla fine.  Anche le statistiche a fine gara checc’è qualcuno ne dica, indicano che la Lazio tutto sommato ha meritato di vincere. Molte abbiamo detto che il possesso palla se sterile e non produttivo ai fini delle occasioni, non ha alcuna valenza su una conduzione di gara, e ieri l’Atalanta ha fatto il 64% di possesso palla contro il nostro 36% ma alla fine ha prodotto meno tiri in porta di noi, 5 dell’Atalanta contro i 6 della Lazio, e per segnare servono i tiri in porta non i tiri complessivi verso le tribune dello stadio. Cosi come servono a poco i calci d’angolo se poi non portano azioni pericolose, e la Lazio dell’anno scorso ne sa qualcosa avendo battuto oltre 200 calci d’angolo mettendo a segno solo 2 gol o forse tre. quindi anche il dato dei 7 a 2 dei calci d’angolo a favore degli orobici, indicano poco. le statistiche sono numeri freddi ma che devono intelligentemente essere interpretati nel modo giusto e non rivoltati a proprio comodo a seconda della circostanze.

Detto tutto questo e promuovendo complessivamente la squadra per l’orgoglio, e l’impegno profuso in tutti, ecco che questi gol presi tutto sommato sono venuti buoni per far rimanere vigili e attenti la società che non deve dimenticare di fare mercato per completare la rosa attuale. Lo stesso allenatore ha chiaramente detto e gridato che serve minimo un giocatore davanti al posto di Candreva e se Keità sarà venduto, ne servirà un altro. I nomi come ha detto lo stesso Inzaghi nel post partita, sono quelli, e lui stesso invece nella conferenza della vigilia a Formello, si è molto sbilanciato sul nome di Dirar del Monaco, “capitano del Monaco” come ha precisato lo stesso Inzaghi, dichiarando che “spero arrivi “. In genere quando un allenatore si sbilancia specificatamente su un nome, ha già avuto discrete certezze da parte della società, quindi crediamo che Dirar sia il nome che più di tutti è vicino alla Lazio e tutto questo avverrà dopo il preliminare di ritorno di Champions che il Monaco giocherà mercoledi prossimo in casa.

L’altro nome potrebbe essere Mario Balotelli , ed è da tempo un nome che  spacca la tifoseria. C’è chi dice che sarebbe una gran bel colpo per via della voglia di rilancio del giocatore che finalmente maturo con tanto di figlia, potrebbe far fare un salto in avanti a tutta la rosa e alla squadra riportando anche entusiasmo all’ambiente che in questi ultimi tempi si è arrabbiato parecchio. C’è però chi dice che Balotelli è una vera bomba ad orologeria pronta a esplodere al primo problema di natura tecnica con l’allenatore o con i nuovi compagni distruggendo cosi definitivamente lo spogliatoio che sembra essersi ricompattato in un blocco solo con Inzaghi e aggiungiamo noi, anche con Peruzzi che ha già fatto sentire gli artigli al povero Keita che ha goffamente tentato di arruffianarsi i tifosi col solito motivetto del
“tanto l’odio per Lotito è talmente alto , che sicuramente basta dire una parolina dolce ai tifosi, che l’avrò dalla mia parte” , trovando però le spalle belle larghe e forti di un Peruzzi che ricordandosi delle sue uscite senza paura, sui piedi degli attaccanti che gli venivano incontro, entrava sui piedi di Keita spogliandolo immediatamente di tutti i suoi abiti succinti e di tutti i suoi giocattolini, facendo capire che contrariamente a quanto succedeva prima, ora la musica è notevolmente cambiata e chi si permette di infamare il Mister e di mancare di rispetto alla squadra, se la vedrà con lui personalmente. Inzaghi si è detto favorevole all’arrivo del centravanti Supermario, a patto ovvio, che venga “col petto gonfio di giocare nella Lazio”, conditio sine qua non per aprigli le porte di Formello e permettergli di rimettersi in gioco in Italia  e giocarsi una maglia della nazionale con il Mondiale Russo come obiettivo. La società quindi non deve adesso mancare quel completamento che è necessario. Dal punto di vista societario il presidente Lotito aveva annunciato un cambio strategico e questo cambio gradatamente sta avvenendo. Le figure di Diaconale nella comunicazione, di Peruzzi come club manager per la squadra , hanno già portato dei piccoli risultati positivi e la tifoseria ha apprezzato le figure messe all’interno della struttura societaria, aumentando cosi il tasso di credibilità della parola Lazio che sinceramente con Tare e Lotito, aveva raggiunti limiti minimi sotto lo zero assoluto. Mancano 10 giorni alla fine del mercato e la Lazio quindi dovrà concentrarsi come squadra esclusivamente sulla prossima partita in casa, la prima, contro la Juventus, la società invece dovrà immediatamente attivarsi per dare ad Inzaghi quegli elementi che mancano cosi da permettere a Simoncino di giocarsela pienamente in tranquillità con tutti, poi vincerà chi sarà stato più forte sul campo e non solo sulle figurine. Mai come quest’anno la Lazio deve essere testa e cuore, e dove non arriva la testa, deve arrivare il cuore. E il cuore per tutti i giocatori deve battere “biancoceleste” e il sangue che scorre nelle vene di tutti i giocatori deve essere
“biancoceleste”. Quest’anno non deve esserci spazio che per questo colore, che per questa maglia, che per questo nome, e cioè la Lazio. Non ci sarà spazio per nessun’altro che la pensi diversamente e Inzaghi lo ha già dimostrato, lui vuole giocatori biancocelesti dentro, non importa se più scarsi, importa che siano vivi sempre, che lottino sempre, che sputino sangue sempre, proprio come vuole lo spirito della Lazio che lui conosce bene da 17 anni. Inzaghi è giovane di età, ma è vecchio di Lazio, e sa e riconosce chi gioca o non gioca per questi colori. E sa e riconosce chi gioca per se stesso e non gioca per la squadra. Inzaghi sa, Peruzzi sa, la squadra sa che quest’anno oltre al motto della Lazio che capeggia dentro lo spogliatoio dell’Olimpico “Noi l’Amiamo e per Lei Combattiamo” , Inzaghi e Peruzzi ne hanno aggiunto un altro che è un antico detto pieno di verità, e cioè “ Chi si Estrae dalla Lotta, è un Gran Fjio de na Mi…..”
Rodolfo Casentini