Lazio, stasera difendici tutti. Vincere senza pietà

Stasera si gioca il recupero Lazio – Torino non andato in scena lo scorso 2 marzo. Inutile tornare sopra la farsa che ha accompagnato questa vicenda perché tanto le abbiamo dette tutte e di più. Soffermiamoci su cosa la Lazio stasera ha il dovere di fare quando l’arbitro fischierà l’inizio del match. Stasera la Lazio deve vincere e basta !! Deve vincere per se stessa, per il suo presidente, per tuta la tifoseria continuamente offesa dagli organi di comunicazione di proprietà di Cairo presidente del Torino, deve vincere per Immobile deriso pubblicamente e etichettato per una giocatore “dalla dubbia moralità”, deve vincere per la giustizia calpestata da una procura sportiva che diciamocela tutta, ormai è diventata una manifestazione paesana di comicità allo stato puro tante sono le storture messe in atto in quest’ultimo periodo e soprattutto in quelle vicende dove per magia, viene sempre messo dentro il nome della Lazio.
Stasera i giocatori con il suo allenatore dovranno giocare come se non ci fosse un domani, perché un’altra squadra dipenda da noi, il Benevento. Perchè è giusto che il Benevento possa andare a Torino domenica prossima, e giocarsela sul campo con le proprie gambe e la propria testa questa salvezza.
A voi giocatori vi dovrà bastare ricordare tutta la melma ( ma il nome appropriato è un altro e voi tutti avete compreso quale) che vi è stata gettata addosso. Leiva Strakosha Immobile. Ricordatevi in che modo ci hanno costretto a giocare la Champions League e che probabilmente quello scempio ci è costato il primo posto del girone e forse un sorteggio più amico che magari chissà, ci avrebbe portato più lontano nella competizione. Cairo è un personaggio che ha costruito tutta la sua esistenza sulla denigrazione altrui e sul calpestare la dignità delle persone con una totale e assoluta ignoranza del valore del rispetto. Potrei stare qui a scrivere per lunghe ore descrivendo le varie vicissitudini extra calcio che ha avuto come protagonista Cairo. L’ultima quando nell’aprile del 2020 a fronte della grande difficoltà Covid, chiese a tutta la redazione e ai suoi dipendenti della gazzetta, di ridurre le ore di Lavoro per permettere alla gazzetta di sopravvivere. Tutti accettarono ovviamente perché meglio guadagnare meno ma portare qualcosa a casa piuttosto che non avere nulla. Bene, proprio quando tutto era in atto, il buon Cairo insieme ai suoi azionisti si spartivano GLI UTILI DELLA GAZZETTA riferiti all’anno precedente. Ovviamente tutti i dipendenti e giornalisti saputo questo si sono ribellati decisi tranne uno che ha sempre cercato di far ragionare tutti per salvare Cairo da un pasticciaccio, indovinate chi? Inizia con la B e finisce con la I ed è Romano e romanista dichiarato.
ecco il comunicato pubblicato sulla Gazzetta.it il 18 aprile 2020
“ L’emergenza coronavirus ha prodotto effetti pesantemente negativi sull’economia nazionale e ovviamente anche sul mondo dell’editoria. La Gazzetta dello Sport è stata coinvolta dalla crisi e la sua redazione ha prontamente risposto con senso di responsabilità alla richiesta di sacrifici manifestata dall’editore: in un momento di difficoltà generale, nel quale l’Italia intera si è trovata a contare un numero altissimo di perdite e poi a confrontarsi con un enorme problema economico, tutti sono chiamati a fare la propria parte con lo spirito giusto condividendo la sofferenza generale e provando al contempo ad accelerare l’indispensabile ripartenza.

Così la redazione della Gazzetta dello Sport ha contribuito immediatamente accettando la richiesta di aiuto da parte dell’azienda. Avremmo potuto discutere a lungo sulla necessità di aiuto per un’azienda come RCS il cui presidente Urbano Cairo ha da poco proposto all’assemblea dei soci la distribuzione dei dividendi per un totale di 15 milioni di euro, dopo i 31 milioni del 2019. Ma la redazione ha deciso di non discutere e di partecipare in modo sensibile ai sacrifici che tutto il Paese sta affrontando.

Poi, però, la realtà viene a galla. E si scopre che il presidente Cairo pretende in tempi brevissimi dai redattori della Gazzetta dello Sport un contributo di un milione e centomila euro: una somma enorme, ingiustificata alla luce della florida situazione economica dell’azienda, che ha accumulato 228 milioni di profitti negli ultimi quattro anni grazie al contributo determinante del sistema Gazzetta, e pesantissima da sopportare per le famiglie dei redattori. Si scopre anche che, mentre tutto il mondo calcistico cerca la strada migliore per ripartire con conseguenti benefici per tutto ciò che gravita intorno al pallone (compresi migliaia di posti di lavoro e anche il ruolo centrale della Gazzetta dello Sport), il presidente Cairo è – insieme a quello del Brescia – l’unico massimo dirigente della Serie A che non perde occasione per schierarsi contro la ripresa del campionato con dichiarazioni pubbliche e con la continuativa assenza alle assemblee di Lega.

Purtroppo le recenti decisioni del presidente Cairo nei confronti della redazione non solo sono avvilenti sul piano umano, nel momento in cui tanti altri imprenditori si mostrano solidali con i dipendenti e si prodigano piuttosto in donazioni particolarmente importanti a favore del sistema sanitario, ma sono anche profondamente offensive nei confronti dei giornalisti della Gazzetta dello Sport. Quei giornalisti che, con i loro contatti, la loro professionalità, la loro passione, sono tra l’altro anche i principali fautori e garanti del successo del Festival dello Sport di Trento, che porta oltre un milione ogni anno al bilancio dell’azienda. Quei giornalisti che negli ultimi anni, di fronte a progetti di digitalizzazione piuttosto fumosi, non si sono mai nascosti dietro al contratto, non hanno mai guardato l’orologio, non si sono mai tirati indietro chiedendo solo la possibilità di svolgere il proprio lavoro con dignità, indipendenza, passione. Quei giornalisti che negli anni scorsi hanno fatto in modo che la Gazzetta fosse la locomotiva del gruppo e che adesso, in un momento di comprensibile difficoltà, vengono attaccati in modo quasi provocatorio.

Noi continueremo a fare il nostro lavoro e a prenderci le nostre responsabilità, come abbiamo sempre fatto e specialmente da quando si è manifestata in Italia la crisi dettata dal coronavirus. Confidiamo a questo punto che l’azienda abbia progetti di rilancio e di sviluppo più illuminati rispetto all’attacco degli stipendi dei dipendenti. E che accetti di ricondurre la trattativa sindacale su dialettiche normali abbandonando l’incomprensibile strategia di presentare proposte irricevibili che sviliscono la disponibilità e il buon senso sempre dimostrato dalla redazione che resta così in stato d’agitazione.”


Più di qualche giornalista fu mandato via, tranne ovviamente Barigelli che da condirettore venne proclamato direttore della gazzetta dello Sport con la dipartita del vecchio direttore che ovviamente combatteva al fianco di chi in quel momento stava subendo una vergogna lavorativa senza precedenti.

Adesso tutti comprenderete perché Cairo non si è fatto scrupoli nel perseguire la Lazio, Lotito, i suoi giocatori, il suo staff sanitario solo perché il Torino perse all’ultimo secondo in casa 4-3 contro la Lazio del suo acerrimo nemico Lotito.
Tutto questo basta e avanza per tirare fuori tutto quello che avete per vincere questa partita, ce la meritiamo tutti questa soddisfazione seppur minima rispetto alle tonnellate di fango gettato..
Facciamo la nostra parte, facciamola bene, senza pietà.
Il Torino per storia e tradizione meriterebbe un enorme rispetto cosi come i loro tifosi, ma tutto questo Cairo lo ha messo in un cassetto e si è permesso di giocare con la Lazio. Mi spiace ma stasera dovrà esserci sull’erba dell’Olimpico un omicidio sportivo che in un qualsiasi tribunale sarebbe tranquillamente giudicato come legittima difesa. E’ ora di mostrare al mondo calcio che la Lazio sa difendersi.