Sceneggiata Romana,accompagnace tu…

(mercoledi 25 ottobre 2017, ore 16,20)

Si, è stata una sceneggiata così come ha detto il presidente della Lazio Claudio Lotito in aereo. E’ stata una sceneggiata perché la Lazio aveva già dichiarato ai quattro venti questa volontà di andare alla Sinagoga a deporre una corona di fiori in memoria di Anna Frank  e quindi non poteva più tirarsi indietro. Non poteva, anche se visti gli eventi, a posteriori avrebbe dovuto tirarsi indietro. E’ una vera e propria sceneggiata quella perpetrata dalle varie componenti tra cui la comunità ebraica che non ha voluto partecipare a questa iniziativa preferendo però dare la massima disponibilità ad intervenire a tutte le iniziative della comunicazione, tv, radio, giornali, internet, per condannare il gesto accaduto dentro lo stadio domenica sera. 133350841-868b1471-6620-4eb5-9738-544f3b413834E’ stata una sceneggiata  vera e propria perché Lotito nel cercare di fare un bel gesto, ha constatato che la comunità ebraica rifiutava tale gesto e che quindi tutto ciò che era stato organizzato, rimaneva limitato alle mura esterne e alla sola partecipazione della rappresentanza laziale colpevole di non aver commesso alcun che. E’ stata una vera e propria sceneggiata perché a quel punto è ovvio che Lotito risentito di tale ostracismo, abbia esclamato “ vabbè, annamo a fa sta sceneggiata” perché purtroppo sceneggiata era diventata ma certo non per colpa di Lotito e della Lazio che avevano entrambi, le migliori intenzioni del Mondo. Si parla molto di rispetto ma quando poi lo si deve mettere in pratica in prima persona, ecco che il rispetto come per incanto, svanisce. La comunità ebraica non presenziando all’iniziativa, ha di fatto lei stessa battezzato questa cosa come sceneggiata, proprio perché mancava la parte principale di tutto, cioè la parte offesa. corona per ebreiQuella parte che doveva per civiltà invocante, dare quell’esempio irreprensibile di tolleranza e di saggezza, cosa che invece è stata completamente gettata nelle fredde acque del biondo Tevere così come la corona di fiori depositata ieri e che oggi galleggiava miseramente lungo le sponde del fiume romano a testimoniare la totale mancanza di rispetto e civiltà di una comunità che non solo pretende, ma che addirittura, comanda a piacimento e riscrive le leggi della convivenza civile ghettizzando per primi chi invece cerca di porgere la mano della distensione. E’ stata una sceneggiata che era stata prevista e anche per certi versi, architettata da tempo. Già diversi anni fa quando i tifosi della Roma fecero uscire per primi la figurina della giovane ebrea con la maglia della Lazio, la comunità di chiaro e risaputo stampo sportivo giallorosso, cercò comunque di minimizzare l’accaduto quasi a catalogare gli ebrei tifosi della Lazio, perché ci sono per chi non lo sapesse, anche ebrei tifosi della Lazio, ebrei di serie B, meritevoli di subire anche questo tipo di offesa. 22728752_10210101068507395_2128992251441634657_nOffesa che guarda caso con il solo e unico cambio di maglia alla figurina (che è la stessa identica di 3 anni fa come rappresentazione di Anna Frank) , ora viene incredibilmente pompata a caso nazionale e internazionale. Questo perché gli ebrei tifosi della Roma, sono ebrei di serie A e quindi sono intoccabili. La Lazio è forte sul campo, è diventata forte come società con il bilancio in ordine, cosa rara nel calcio di oggi, è diventata forte nel suo allenatore Inzaghi, nel suo DS Tare, nel suo Club manager Peruzzi, nei suoi giocatori, nel suo popolo e nella sua curva finalmente compatta e protesa a sostenere la squadra in ogni dove. Tutto questo ha scaturito il piano diabolico che ovviamente è uscito per caso, ma che nel momento che è maturato l’accaduto dell’altra sera allo stadio, ha trovato immediatamente fronte comune in tutte quelle componenti che fino alla sera prima, non sapevano dove sbattere la testa per trovare una soluzione per ostacolare il cammino di una società che se diventasse veramente vincente, stravolgerebbe tutte le dinamiche economiche sportive fino ad ora concertate e scritte. La gogna mediatica che ne è scaturita non ha eguali. Sembra di trovarsi di fronte ad un attentato terroristico di quelli apocalittici dove tutti si sono sentiti offesi e vilipesi da queste figurine di cattivo gusto appiccicate in una vetrata dello stadio Olimpico e dentro i bagni dello stesso. Gli autori di tale “attentato” sono stati individuati e presi poiché le telecamere costantemente puntate nel settore più caldo dello stadio, cioè la curva, hanno ripreso tutto. Ottima notizia l’aver subito preso chi ha attaccato delle figurine fuori luogo, ora vedremo che tipo di  punizione avranno. Certo fanno scalpore le parole del Rabbino che dice che “ le sole scuse non bastano, la società dia il daspo a vita a queste persone”. Al Rabbino innanzitutto consigliamo di leggersi meglio la regolamentazione del Daspo che viene applicato dalla Questura e non dalle società di calcio, poi vorremo davvero comprendere che cosa volesse  dalla Lazio come società, visto che le “scuse non bastano”. Cosa vuole caro Rabbino Di Segni, che la Lazio prenda questi tifosi, li metta la muro e li fucili all’istante per compiacere la sua sete di giustizia? Ma del gesto della corona di fiori gettata nel fiume non dice nulla caro Rabbino Di Segni? Che cos’è un gesto di civiltà suprema questo? Questo gesto perpetrato stamattina da voi della comunità caro Rabbino (perché l’ordine di questa azione è partita dalla comunità senza alcun dubbio) è una grave offesa non solo alla società Lazio che è venuta in pace e con la grande volontà di distendere gli animi, ma è una grave offesa anche verso tutti quei tifosi che attraverso l’iniziativa della società Lazio, si erano sentiti orgogliosamente rappresentati nel chiedere scusa dell’accaduto. Voi avete offeso un popolo sano e civile qual è quello Laziale. E  la cosa più grave è che lo avete fatto in maniera arrogante, prepotente, oserei dire in stile “stampo mafioso”  se dovessi usare una similitudine per far comprendere bene cosa voglio dire. Voi siete i primi ipocriti in questa vicenda, perché vi siete squallidamente prestati alla gogna mediatica per screditare la Lazio e tutto ciò che la circonda colorato di biancoceleste. Ma voi non siete napoletani, che sono maestri delle sceneggiate che sono famose in tutto il mondo attraverso i suoi magnifici interpreti artistici, uno su tutti il grande Mario Merola. Voi non siete quindi napoletani, unico popolo ad arrogarsi il diritto di creare e recitare una sceneggiata, voi siete Ebrei, e a voi ebrei le sceneggiate non riescono, tentate di farle, ma vi riescono molto male. Voi siete stati capaci di creare una sceneggiata tutta vostra, una sceneggiata romana, ma che di romano non ha nulla. Una sceneggiata che lascia in tutti, un senso di grande squallore nel constatare come un popolo come il vostro, non abbia ancora imparato a distanza di duemila anni e più, il rispetto e la tolleranza. Eppure le vostre vicissitudini, avrebbero dovuto darvi tutta la saggezza e l’esperienza di vita per non commettere quell’errore che voi da millenni, combattete. Voi in questa vicenda, ne uscite male, almeno ai miei occhi, che sono occhi di un semplice tifoso di calcio e niente più. Ma sono un tifoso che pensa, che ragiona, che deduce, che ricompone i pezzi del puzzle. E quando tutti i pezzi sono al loro posto, questo semplice tifoso, vede con chiarezza lo scenario e ne trae le sue personali conclusioni. Eh si, proprio una bella sceneggiata romana….