Conferenza stampa, Sarri: “Il nostro pubblico merita la Champions. Su Maresca…”

La Lazio rimanda ancora una volta l’appuntamento con la vittoria. Il percorso Champions si complica ma il traguardo è ancora alla nostra portata. L’importante è non mollare come fatto ieri nel finale della partita contro il Lecce. Al termine della gara, dopo aver parlato ai microfoni televisivi, mister Sarri è intervenuto in conferenza stampa per rispondere alle domande dei giornalisti. Di seguito le sue parole:

Che Lazio ha visto? È preoccupato?

Ero più preoccupato sabato dopo il Milan, quando avevo visto una squadra spenta. Oggi ho visto momenti negativi, non possiamo prendere un gol come il primo a venti secondi dalla fine del primo tempo. Non si può rientrare in quel modo dagli spogliatoi nel secondo tempo, travolti da quell’episodio, mandarli comodamente in vantaggio. Poi ho visto una reazione veemente, la sensazione era quella di poterla vincere se avessimo trovato il pareggio prima. L’inerzia era palesemente dalla nostra parte. Ho visto segnali. Ho visto Immobile e Milinkovic molto meglio rispetto alle ultime prestazioni. Sono giocatori che se recuperiamo pienamente ci possono dare una grossa mano per queste ultime tre partite. La gestione di alcuni momenti non è mai stato il nostro forte, stasera è tornata fuori questa cosa in maniera netta, ma ho visto anche aspetti positivi che ci potrebbero dare estrema fiducia. E poi non ci dimentichiamo che un punto preso così alla fine potrebbe anche essere roba seria”.

Quanto pesa l’assenza di Cataldi?

“Questo è il motivo per cui è da un anno che vi sto dicendo che Marcos è un buon giocatore ma che ho grandi difficoltà a farlo giocare. Se avessi possibilità di scelta, Marcos con questi due interni non lo farei mai giocare. È un centrocampo che in questo momento più avere grande palleggio, anche grande qualità, ma per caratteristiche non è ben amalgamato. Però con un po’ di scaltrezza e veleno si poteva venire a capo della situazione lo stesso. Secondo me abbiamo avuto anche momenti buoni, paragonabili a quelli con il Sassuolo”.

Sull’arbitro…

Non so che dirti sugli episodi. Mi sembrava un intervento su Basic, ma evidentemente era fuori area. A me Maresca piace, ma quando perdono la partita dal punto di vista del minutaggio mi dà fastidio. In Premier League non si vedono queste cose, anche se in Inghilterra gli arbitri sono nettamente più scarsi. Poi si parla della differenza tra il calcio italiano e il calcio estero, io ho fatto un anno di Premier League e una squadra che si è permessa di fare una cosa del genere non si è mai vista, anche perché gli arbitri non te lo permettono”.

Tantissimo scoramento da parte dei tifosi, cosa hai da dirgli?

“Questa è una partita che ci dà anche dei segnali di poter uscire da un momento delicato. Non siamo stati piatti come a Milano, questo è stato un segnale. Speriamo che questo sia un buon segnale. Ai tifosi direi le stesse cose che ho detto alla squadra: non ci possiamo permettere di prendere gol come il primo e non possiamo permetterci di accusarlo così tanto da entrare male nella ripresa. La negatività è l’unica cosa di cui non abbiamo bisogno. Dobbiamo capire che non sarà facile uscire da questa situazione, ma dobbiamo avere anche la positività di capire che siamo a questo punto per giocarci qualcosa di importante”.

Confronto con Lotito? Fallimento non arrivare in Champions?

Per noi non arrivare in Champions non sarebbe un fallimento. Noi non siamo stati pronosticati da nessuno per la Champions quest’anno. Per qualcun altro può essere un fallimento rimanere fuori dalle prime quattro, ma non per noi. La realtà è questa. Se qualcuno dice cazzate non mi riguardano: abbiamo dei punti di forza e dei punti deboli. Sappiamo che possiamo anche rimanere fuori. Ma siamo lì e a questo punto ce la si gioca. Lotito? Stava mangiando la pizza, ma non ci ho parlato”.

Poca serenità?

Non lo so. È una cosa talmente distante dal mio modo di pensare… Napoli è una piazza di grande pressione, così come Chelsea e Juventus. Ma io questa pressione non l’ho mai sentita. Che mi frega di quello che scrivono sui social… Non vivendo queste pressioni non capisco come possano ricadere sui ragazzi. Non mi sembra che l’ambiente di Formello sia così poco sereno. Anzi, forse lo è troppo. Se dovessi parlare a Lotito gli direi di mettere un paio di persone più avvelenate dentro”.

Quanto può contare il punto ottenuto alla fine?

Vedendo rientrare i giocatori negli spogliatoi c’era più la sensazione dell’occasione persa che non del risultato ripreso. Quindi vediamo di portare i ragazzi alla partita con la convizione che può essere anche un punto che ci può tornare fortemente comodo”.

Media spettatori più alta rispetto agli altri anni dell’era Lotito. Più responsabilità per voi?

“Un pubblico che se la meriterebbe la Champions, piacerebbe a tutti di regalargliela. Ci stiamo provando, loro ci stanno aiutando. Lo stadio degli ultimi tempi è roba importante. Io la squadra la difendo a livello pubblico se voglio far arrivare qualche messaggio. Quando parlo con voi di voi non mi importa niente, i messaggi sono rivolti a loro. La cosa importante è la Lazio. Ci si deve innamorare di chi lavora a Formello, di Olympia, dei tifosi, poi c’è il giorno in cui vedi la maglia e ti ci identifichi. La cosa più bella che può succedere a questo lavoro, sentirsi parte integrante dell’ambiente. Ipotesi estere? Non me ne importa nulla in questo momento, certe realtà possono cambiare, ma per il momento è così”.