La Lazio e le sue partecipazioni alle competizioni europee.

VI^ Parte

L’ERA DEI TRIONFI.

Supercoppa UEFA 1999

Il trionfo in Coppa delle Coppe, come da regolamento UEFA, da alla Lazio l’accesso a giocarsi la Supercoppa United guidato da Alex Ferguson.

Foto di repertorio Eurosport

Ripercorrenddo la storia della competizione, possiamo registrare che, la Supercoppa UEFA 1999 è stata la ventiquattresima edizione del torneo.

La gara è andata in atto il 27 agosto 1999 allo stadio Louis II di Montecarlo, nel Principato di Monaco, dove si sono affrontate la squadra vincitrice della Champions League , ovvero, gli inglesi del Manchester United, e la squadra vincitrice della Coppa delle Coppe, ossia gli italiani della Lazio; ultima edizione che ha previsto il formato “Champions League vs. Coppa delle Coppe”. Dalla successiva, i vincitori della Champions League avrebbero sfidato i vincitori della Coppa UEFA, essendo la Coppa delle Coppe stata abolita e formalmente inglobata nella UEFA.

Immagine di repertorio Monaco Tribune

Lo scenario è di quelli mozzafiato. Per un giovane tifoso, che fino ad ora aveva vissuto tanta B e qualche sprazzo di A, sempre nella parte destra della classifica, vivere quel momento è emozionante ed imperdibile. Trovandomi in era pre-esplosione delle pay TV, degli smartphone e del divano…scatta la corsa ad accaparrarsi un posto al tavolo del ristorante con vista televisione-posizione strategica.

Il trofeo è stato conquistato per la prima volta nella sua storia dalla Lazio, magistralmente diretta dal tecnico svedese Sven Goran Eriksson, che ha battuto i c.d. Red Devils per 1-0 con un gol del cileno Marcelo Salas.

Scorrendo le cronache del tempo, in merito a questa gara sono stati scritti fiumi di inchiostro. La frase più celebre, che rimane impressa nella mente di tutti ancora oggi, la proferì Sir Alex Ferguson, allora allenatore dell’imbattibile Manchester United quando nelle pagine della sua biografia si lascia sfuggire: “Nel 1999 abbiamo perso la Supercoppa Europea contro la Lazio che in quel momento era la migliore squadra al mondo ed è forse questo il ricordo più amaro.

Una frase che, a distanza di quasi trent’anni, inorgoglisce tutti quei tifosi che l’hanno ascoltata o hanno vissuto quel periodo fatto di vittorie, prima che storia, economia e bilanci ci chiedessero il conto.

Immagine di repertorio da Facebook

A detta di molti, infatti, quella squadra ha vinto anche meno di ciò che avrebbe potuto. Il calcio però è e resta, pur sempre, la scienza inesatta per eccellenza.

Ma andiamo a guardare cosa accadde quella sera nel Principato di Monaco, all’interno dello stadio Louis II, che dal 1998 al 2012 ha ospitato questa manifestazione, il giorno della finale. 

Per rifarci ad un tormentone musicale degli anni ’80, mentre “L’Estate sta Finendo”, cantatadai Righeira, il 27 agosto del 1999, a circa quattro mesi dalla fine del secolo, in un caldo venerdì, la Lazio, fresca vincitrice della Coppa delle Coppe, ai danni del Mallorca, e il Manchester United, guidato da Alex Ferguson, detentore della Champions League, vinta nel finale beffando il Bayern Monaco con un uno-due, quasi allo scadere, firmato dal duo Sheringham-Solskjær, che al 91 ed al 93 dapprima pareggiano il goal del vantaggio, tedesco, firmato all’inizio della gara da Mario Basler, e poi ribaltano la situazione; come previsto dai protocolli UEFA, vantano il diritto di giocarsi la Supercoppa Europea. 

Eriksson, allenatore biancoceleste, (ndr. ingiustamente ed erroneamente considerato, in Italia, “Un perdente di successo”) dopo aver vinto la Coppa Italia, nell’arco di un solo anno, ha centrato anche la vittoria in Coppa delle Coppe. Con lo svedese in panchina la Lazio si è già giocata una finale UEFA contro l’Inter.

Iltecnico svedese, per l’occasione, decide di schierare Marchegiani, tra i pali, al centro della difesa, Alessandro Nesta assieme al suo fedelissimo pupillo Sinisa Mihajlovic. Esterni di difesa Negro e Pancaro. A centrocampo la scelta va su Stankovic a destra e l’immancabile ceco Nedved a sinistra. In mezzo, a centrocampo, il motorino Almeyda ed il fantasista Veron. In attacco, assieme all’altro pupillo di Eriksson, Roberto Mancini e Simone Inzaghi, al posto del cileno Salas, a completare il 4-4-2. In panchina, oltre ad altri, si accomodano Simeone, lo stesso Salas ed il portoghese Conceição.

Immagine di repertorio da Wikipedia

A completare i ranghi biancocelesti, in panchina, troviamo anche Ballotta, Favalli, Lombardo e lo svedese Andersson (un fortissimo attaccante che purtroppo da noi non lascerà il segno. Rispedito, fin da subito, nella sua Bologna, tornerà a fare grandi cose).

Per una più ampia panoramica, riportiamo la grafica delle due formazioni complete.

Formazione Manchester United 1999 (4-3-3): Van der Gouw; G.Neville, Stam (56′ Curtis), Berg, P.Neville; Beckham (57′ Cruyff), Keane, Scholes; Solskjaer, Cole (78′ Greening), Sheringham. A disposizione: Wilson, Giggs, Yorke. Allenatore: Ferguson.

Formazione Lazio 1999 (4-4-2): Marchegiani, Negro, Nesta, Mihajlovic, Pancaro; Stankovic, Almeyda, Veron, Nedved (66′ Simeone); Mancini (84′ Lombardo), S. Inzaghi (23′ Salas). A disposizione: Ballotta, Favalli, Conceição, Andersson. Allenatore: Eriksson.

La direzione della gara viene affidata polacco Wojcik. Mentre gli spettatori non superano i 15000 posti.

“C’è da aggiungere che non è facile, quando in rosa hai diversi giocatori di questo calibro, , fare la scelta dell’11 che andrà in campo. Ma la gara si deve fare e qualcuno deve restare fuori per forza. 
Anche gli inglesi, che di certo non stanno a guardare, schierano la loro formazione migliore adottando un 4-3-3: Van der Gouw; G.Neville, Stam, Berg, P.Neville; Beckham, Keane, Scholes; Solskjaer, Cole, Sheringham. Se andiamo a vedere le scelte di mr. Ferguson e poi la panchina, anche lui deve aver fatto fatica a scegliere chi mandare in campo.”

La gara, per chi ebbe la fortuna di guardarla, è stata bella ed interessante, anche dal punto di vista tattico.
Però la cosa che balza agli occhi di tutti è che a questo successo, più di ogni altra gara, hanno veramente contribuito tutti, per la Lazio è il caso di dire anche nella sfortuna, perché è proprio da un evento sfortunato che la Lazio riuscirà a fare sua la gara.

Ma andiamo per gradi e godiamoci la partita. Quando si sente dire “La vittoria ha molti padri, la sconfitta è figlia unica”, almeno per la prima parte, questa gara ne è l’esempio vivente. Partiamo dallo stratega Eriksson, che ha capito su chi puntare per sostituire l’infortunato Inzaghi. Luca Marchegiani, che, oltre ad alcune parate, ha salvato l’1-0 con una parata prodigiosa su Andy Coole, che vale un goal. Lo stesso più tardi, in alcune interviste, rimarcherà la differenza tra parate difficili e parate importanti, come quella su Andy Cole, un intervento salva risultato.

L’azione del goal parte da Pancaro, che alza la palla per Mancini che, bravo di testa, la da a Salas. Quest’ultimo, non avendo molto tempo per lavorare ed aggiustare il pallone, spara una botta, di sinistro, appena arriva la palla che finisce in rete. Una nota di plauso anche allo sfortunato Simone Inzaghi che, dopo uno scontro con Jaap Stam, è costretto ad uscire dal campo con il naso rotto. Da quella sostituzione azzeccata nascerà il goal di Salas.

In quella fantastica sera saranno della gara anche: Simeone per Nedved e Lombardo, altro pupillo di Eriksson, per Mancini. “Le sostituzioni erano ancora tre e non cinque.”

Ah! Dimenticavo! Il goal di Salas viene siglato al 34 del primo tempo, dieci minuti dopo essere entrato in campo al posto di Inzaghi, che subisce la rottura del setto nasale dopo uno scontro, poco ortodosso,con l’olandese, prossimo laziale, Jaap Stam.
Immagine di repertorio Rivista Contrasti
Immagine di repertorio Alamy. I festeggiamenti e l’esultanza dopo la vittoria.

Nello stesso giorno della gara, il 27 agosto 1999, nei campionati del Mondo di Atletica Leggera che si svolgono a Siviglia, l’ atleta americano, Michael Johnson segna il nuovo record nei 400 m in 43″18.

Fine parte VI^ …continua