Tommaso…Tommaso…Tommaso

(7 ottobre 2016 ore 10.30)

7-10-1922. Nasce a Pisa il “maestro” Tommaso Maestrelli l’allenatore più amato nella storia della Lazio.
La sua Lazio del 1974 compirà un capolavoro di tattica, tecnica, grinta ed umanità conquistando uno scudetto mitologico. La competenza calcistica unita alle grandi doti di «bonus pater familias» rappresentano la miscela vincente di un uomo unico e per questo venerato come una divinità dai tifosi biancocelesti.

L’aneddotica di Tommaso è piena di episodi romantici e figli di un calcio che non esiste più come la famosa partita a scopa prima di ogni gara con il suo presidente Umberto, una sfida che deve concludersi con la vittoria del tecnico per logiche ragioni scaramantiche, oppure i gemelli, figli di Tommaso, che impertinenti scorazzano nello spogliatoio prima di un derby e che vengono allontanati dal sor Umberto scatenando una reazione furiosa del “maestro”, o il motivetto creato da Chinaglia che rievocava l’aria di una famosa canzoncina con le parole cambiate in Tommaso…Tommaso…Tommaso.

Quanto ci manca il tuo viso, la tua espressione bonaria ma decisa, ma il tuo insegnamento resterà vivido nei tempi che scorrono inesorabilmente; nella storia di Roma saresti stato un imperatore illuminato ed amatissimo, un divus Augusto tanto per intenderci.
Tommaso ha passato anche momenti difficili nelle sue 189 partite da allenatore, ma li ha sempre affrontati con dignità e spirito di sacrificio. Come dimenticare «la coscienza della Lazio», un gruppo di tifosi, che voleva il suo esonero dopo la sconfitta casalinga contro il Taranto in Coppa Italia del 10 settembre 1972? Che significa papà «Maestrelli esonerato» dicevano i gemelli quando per Roma leggevano quella scritta? Ma «panta rei», tutto scorre e alla fine il corso del Fiume, il nostro Tevere, ha portato uno scudetto,
Nella foto in copertina Tommaso è insieme al suo presidente Umberto Lenzini e al suo angelo biondo Luciano Re Cecconi in una delle panchine che si trovano nel paradiso di quella Lazio.

Per sempre Tommaso…Tommaso…Tommaso.

Carlo Cagnetti