Undici finali per tornare nell’Europa che conta

11 finali. Dopo queste due settimane di pausa che lascia spazio agli impegni della Nazionale, saranno 11 le partite che determineranno se la Lazio merita o meno di tornare in Champions League.

Gli ultimi segnali della squadra non sono stati positivi: le parole del mister su una squadra stanca mentalmente, giocatori nervosi e poco lucidi, il nostro bomber che non gonfia la rete da quasi due mesi. I numeri, inoltre, ci dicono che le ultime quattro vittorie in campionato della Lazio sono state vittorie di misura (e sofferte) contro squadre di bassa e media classifica.

Bisogna ripartire dalle certezze. La prima di queste è Adam Marusic che continua a dimostrare di essere la vera arma segreta di questa squadra nonché un Jolly a tutti gli effetti. La seconda è Stefan Radu che ha appena eguagliato Favalli per numero di presenze con la maglia biancoceleste. Da quando è tornato Radu, la Lazio ha ripreso a vincere e la difesa ha ritrovato l’equilibrio che mancava. Se consideriamo, infatti, le ultime otto partite di campionato giocate col Rumeno in campo dal primo minuto, non a caso, sono arrivate sempre vittorie, con soli cinque gol subiti. La terza e più importante certezza è un centrocampo che nel bene o nel male si dimostra sempre silenziosamente decisivo. Il gol vittoria di Domenica nasce da un cross di Milinkovic e da una finta magistrale di Luis Alberto. Contro il Crotone, due dei tre gol sono arrivati proprio dai loro piedi. È un centrocampo che, non sempre lucido e non sempre perfetto, è una certezza.

Spezia, Verona, Benevento, Napoli, Milan, Genoa, Fiorentina, Parma, Roma, Sassuolo e forse Torino. Noi Laziali ci aspettiamo che si lavori bene in queste due settimane per preparare al meglio l’assalto finale alla Champions League. I giocatori hanno bisogno di essere motivati in modo che diano l’anima in questi ultimi 900 (forse 990) minuti di gioco. Che si riparta dalle certezze per migliorare i difetti, sperando che, presto, Simone Inzaghi possa rivelarsi la quarta certezza a tutti gli effetti, magari alimentata da una firma sul suo contratto.