La Lazio e le sue partecipazioni alle competizioni europee.
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VI^ Parte
La pirima volta in Champions…e poi Campioni d’Italia.
Champions League 1999/2000
(La formazione d’esordio della Lazio in Champions League anno 2000/2001. Fonte di repertorio Lazio Face-Altervista, gara del 14/09/1999)
All’inizio del nuovo secolo, nell’anno del suo centenario, la Lazio si regala uno scudetto rocambolesco. Dopo un’affannosa rincorsa alla Juventus, grazie anche alla sconfitta dei bianconeri al Renato Curi di Perugia all’ultima giornata, con il goal Alessandro Calori, i biancocelesti conquistano il loro secondo tricolore della storia.
(Immagine di repertorio Arezzo notizie, il Goal di Calori in Perugia Juventus del 14/05/2000)
Il secondo posto in campionato nella precedente stagione, dopo un campionato al cardiopalma, che l’ha vista per lunghi tratti prima in classifica per essere poi beffata dal Milan, le permette di accedere alle fasi finali della competizione europea più prestigiosa, la Champions League. La Champions League, a partire dal 1992, ha sostituito quella che dal 1955 veniva chiamata Coppa dei Campioni; competizione che premiava il vincitore dei campionati nazionali europei. La Lazio, nonostante avesse già vinto lo scudetto nel 1974, per i noti fatti di cui abbiamo già parlato, per via della squalifica di un anno, non aveva potuto prendervi parte. Il format è di quelli da spettacolo. La competizione è allargata a 32 partecipanti, suddivisi in 8 gironi (dalla A all’H). Le prime due di ogni girone, vanno a formarne altri 4 gruppi, (dalla A alla D), mentre le terze retrocedono in Coppa UEFA.
Immagine di repertorio da Wikipedia
Al termine delle gare della seconda fase, le prime due di ogni raggruppamento i quarti di finale, questa volta, ad eliminazione diretta.
La Lazio, ai sorteggi della fase finale, viene inserita nel girone A, assieme a Bayer Leverkusen, Dinamo di Kiev e Maribor. L’esordio in assoluto dei biancocelesti è datato 14/09/1999. In quella serata la Lazio incontra i tedeschi del Bayer Leverkusen. La gara finisce con il pareggio per 1-1. Al vantaggio dei tedeschi, al minuto 14 di Oliver Neuville, nato in Svizzera con madre dalle origini calabresi, risponde al 18 il pareggio su calcio piazzato di Mihajlovic.
Immagine di repertorio da SKY Sport
Detta così è del tutto riduttiva. Quella sera ero su di giri, euforico, la mia squadra era all’esordio, assoluto, in Champions, una cosa che avevo sognato da anni anche se sapevo che non fosse possibile dati i trascorsi storici. Finalmente ci eravamo arrivati. Ben presto mi accorsi che, oltre a me, l’emozione dell’esordio aveva giocato un bellissimo scherzo anche ai calciatori in campo. La Lazio tecnicamente era più forte ma i tedeschi approfittarono del battesimo del fuoco per metterci in difficoltà. Dal punto di vista tattico, emozione a parte, non ho mai capito perché la Lazio si ostinasse a giocare con palle alte dentro l’area quando ci si era accorti che gli avversari, di testa, erano più bravi e forti di noi. A conferma di quanto sto dicendo, ricordo che dalla panchina arrivarono direttive, in tal senso, per giocare palla a terra mettendo così in difficoltà l’avversario. Fortuna volle che da una punizione nacque il goal del pareggio. Tutto un fumo di paglia, infatti, dalla gara successiva la Lazio inizia a macinare e a fare risultato.
Già contro la Dinamo di Kiev, infatti, si vince per 2-1. La terza, contro la Cenerentola del Gruppo A, il Maribor, la vittoria è larga. Finisce 4-0. Lo stesso risultato decide la gara di ritorno in terra slovena.
Altro pareggio a Roma con il solito Bayer Leverkusen, per 1-1 e 0-1 in Ukraina contro la Dinamo di Kiev.Il girone A è vinto con 14 punti, davanti alla formazione ukraina. Giunta alla seconda fase, la Lazio inserita dalla sorte nel gruppo D, se la deve vedere con i temibili inglesi del Chelsea,gli olandesi del Feyenoord ed i francesi dell’Olimpique di Marsiglia. A Marsiglia la Lazio vince per 2-1, pareggia, a reti inviolate, a Roma con il Chelsea, perde per 1-2, in casa, con gli olandesi del Feyenoord per poi vincere le ultime due, per 5-1 con il Marsiglia, in casa, e 1-2 contro il Chelsea a Londra nel tempio dello Stamford Bridge.Il 29 febbraio del 2009, a Roma, nel corso della gara contro i francesi, Simone Inzaghi eguaglia il record di Van Basten per reti segnate in una fase finale della competizione. Il giocatore piacentino, futuro tecnico dei biancocelesti, in quella serata magica mette a segno 4 reti. Il record potrebbe essere di 5 se non avesse commesso un errore dal dischetto. Un record che è resistito fino al 2012 quando l’argentino Lionel Messi, in forza al Barcellona, mise a segno 5 reti, in una sola gara, nel 7-1 finale contro il Bayer Leverkusen.
Superiamo anche il gruppo D, con 11 punti contro i 10 del Chelsea che passa assieme a noi, e si va a i quarti di finale.
Immagine di repertorio del Gruppo D II Fase, da Wikipedia
Ora si fa dura perché in ballo ci sono le migliori 8 e tra queste ci siamo noi. La sorte ci mette davanti Real Madrid, Manchester United, Barcellona, Porto, Chelsea Bayern Monaco e la rivelazione Valencia.
Immagine di repertorio da La Gazzetta del Mezzogiorno “Sorteggi Champions”.
La squadra spagnola, allenata dall’argentino Ector Cùper, è la rivelazione del torneo ma anche quella che sulla carta fa meno paura. Sulla carta, perché, come sappiamo, il calcio è sempre la scienza inesatta per eccellenza.
Ci capita proprio il Valencia, allenato dall’argentino che avevamo battuto un anno prima in Coppa delle Coppe; il promettente Hector Cooper.
Il Valencia, assieme al Real Madrid ed ai catalani del Barcellona, sono i rappresentanti della nazione dominante di questa edizione della Champions.
Delle tre spagnole, il Valencia, è considerata la più abbordabile e, come accade spesso dalle nostre parti, c’è chi ha già iniziato a prenotare il posto per l’imminente semifinale.
La squadra spagnola schiera tra le sue fila due giocatori che, con alterne fortune, vestiranno la nostra maglia. Claudio Lopez, argentino, detto “El Piojo” per la sua statura, un giocatore velocissimo, e Gaizka Mendieta, un giocatore biondo con due piedi fantastici. Da noi, non si capirà mai il perché, non riuscirà a ripetere le gesta di Valencia.
Immagine di repertorio Calcio Mercato.com
Una volta ci siamo incontrati, durante una trasferta, aveva uno sguardo perso. Una situazione che ho riscontrato anche in altri nostri calciatori. Per quanto sia bello fare il calciatore, si è pur sempre uomini e si è, allo stesso tempo, vittime di circostanze negative come ad esempio il non ambientamento e chissà cos’altro. Certo che col senno del poi, visto il terremoto che, da lì a poco, sarebbe scoppiato in casa Lazio, qualcosa deve esserci stato. Un calciatore che dava del tu al pallone, dal giorno alla notte, si trasforma da cigno a brutto anatroccolo.
Immagine di repertorio Storie di Calcio Altervista
La prima gara del nostro quarto di finale si gioca al Mestalla di Valencia. Quella sera, nonostante la Lazio sia motivata e attrezzata per passare il turno, finisce con il predominio valenziano che fissa il risultato sul 5-2. A stordirci ci pensarono, immediatamente, dopo soltanto 4 minuti, Angulo e Gerard. La reazione laziale arriva alla mezz’ora quando Inzaghi accorcia le distanze. Un fuoco di paglia poiché gli spagnoli al 40 fanno il tris con Gerard che al ’79 segnerà la sua tripletta della giornata. Sul risultato di 4-1 all’ ’86 Marcelo Salas, detto “El Matador” per il suo modo di esultare dopo ogni goal, segna il nostro secondo goal. Ma non è finita qui perché al minuto ’89 Claudio Lopez realizza la quinta rete degli spagnoli.
Immagine di repertorio Footballia
A Roma, per la gara di ritorno, ci prendiamo la rivincita e battiamo il Valencia con un goal di Veron. La cosiddetta “Vittoria di Pirro” perché il passivo delle reti totali da ragione agli spagnoli.
Ci resta comunque la soddisfazione di essere stati eliminati dalla squadra che arriverà fino in fondo al torneo, soccombendo soltanto al più esperto Real Madrid, in una finale tutta spagnola.
Immagine di repertorio Ultimo Uomo
Come già anticipato per Mendieta, alla Lazio arriverà, con alterne fortune, anche Claudio Lopez. Per la storia alla Lazio sarà un pò meno amara. Resta il forte dubbio su cosa poteva accadere se fossero arrivati in un periodo più florido senza tanti grattacapi.
Immagine di reertorio da SKY Sport
Immagine di repertorio Bar Calcio
Gli spagnoli del Valencia, in quella edizione della Champions, mi sorpresero molto per la loro velocità in campo…
L’eliminazione dalla coppa sarà meno amara quando, a fine campionato, la Lazio vincerà lo scudetto.
Fine parte VI
Continua…
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