Lazio estasi derby, vittoria, sorpasso e terzo posto

Lazio, un super derby di rabbia, lucidità e cinismo, Mourinho è annichilito!

L’ha vinto la Lazio il derby. E l’ha vinto con le doti che non ti aspetti e che rendono il successo ancora più pesante. Rabbia, cinismo, lucidità, personalità e potremmo continuare all’infinito…

Derby sporco perché la Roma gioca male, anzi non ha un gioco definito e riconoscibile, e fa giocare male. Ma la Lazio non doveva giocare bene, non doveva essere luccicante come sempre è stata nelle sue vittorie. Doveva essere proprio così come si è appalesata dalle 18 alle 20 di un classico pomeriggio novembrino romano.

Odori acri, da derby sporco appunto, e la Lazio si è subito calata nel clima da battaglia. Sfondo magico, con una curva Nord che ha letteralmente ammutolito i 45.000 romanisti da stadio, mai presenti nella contesa del tifo. E con un popolo così che ti spinge, che ti alita sul collo, che ti sostenta nei momenti di difficoltà come fai a non vincere?

E la Lazio ha cominciato a vincere proprio dagli spalti. Match non eclatante per gli esteti, ma ragguardevole per gli amanti dell’ars pugnandi. Intensità ed agonismo l’hanno fatta da padroni con tanti scontri che il pur ottimo Orsato stentava a limitare. Chi credeva ad una Lazio tutta suola e tacco ha sbagliato indirizzo, vero Mourinho? Alla fine il tecnico romanista ha dovuto tessere l’elogio della Lazio per la sua intelligenza tattica. Chapeau.

Gara da cuori forti, non per i pavidi, ed il derby è derby proprio quando vedi quello che si è mostrato sul terreno dell’Olimpico. Pochissime occasioni da gol per ambo le parti, pensate che la Roma, dallo svantaggio in poi non ha mai creato un pericolo serio alla porta biancazzurra, tranne una traversa casuale su un tiro deviato di Zaniolo.

La Lazio era già in vantaggio con un breviario di pressing che provocava l’errore marchiano di Ibanez che spianava la via del gol della vittoria ad un Felipe Anderson decisivo e letale come non mai. Vantaggio alla mezz’ora del primo tempo, e poi non cambierà più perché la Lazio è impenetrabile e vogliosa dei tre punti.

L’urlo, alla fine del recupero monstre di Orsato (una decina di minuti…), dei 20.000 laziali è impressionante.

La festa è solo di Sarri e della sua squadra ed è una festa per il proprio popolo. Dopo le due sberle tra Salernitana e Feyenoord, arrivano la vittoria al derby, il sorpasso cittadino ed il terzo posto in classifica.

La Lazio gode. La Roma piange.

Giusto così.