Lotito: “Lazio in Champions con merito”. Ed in ritardo di un anno visti i torti subiti…

Il presidente della Lazio Claudio Lotito ieri sera ha rilasciato delle dichiarazioni – in ottica Lazio – ai microfoni dei cronisti presenti alla Lega Serie A Charity Dinner:

LA STAGIONE –Contano gli atti formali, non le ipotesi. Conta il posizionamento ufficiale a fine campionato. Abbiamo allestito una squadra per competere con tutti, siamo usciti quasi sempre vittoriosi negli scontri diretti. È un risultato importante, con organizzazione e lavoro si possono ottenere risultati importanti“.

SU SARRI – Ho un rapporto ottimo con l’allenatore. È uno degli artefici di questo risultato, ma non il solo. Si ricordi che le sconfitte hanno un solo padrone ma le vittorie dovrebbero essere di tutti. Invece è invertito. Dobbiamo ricordare che è uno sport di gruppo in cui si raggiungono gli obiettivi tutti insieme, ognuno di noi nel proprio ruolo. Quando c’è un lavoro sincrono e lavorano tutti all’unisono, gli obiettivi possono essere raggiunti realmente. Quando uno pensa di essere l’unico artefice di un risultato, gli obiettivi vengono meno. Il mister è una persona che dedica tutta la sua giornata alla Lazio, è un intossicato del calcio, amo definirlo così. Lo dico con grande soddisfazione, è un valore aggiunto per la crescita del gruppo. Insieme potremo fare e faremo grandi cose. La Lazio deve tornare a essere tra le big del calcio: abbiamo il centro sportivo più grande di Italia, uno dei migliori per stessa ammissione di Infantino che è venuto a farci visita. Facciamo tanto per mettere tutta questa organizzazione al servizio della squadra e raggiungere i risultati che voglio grazie all’apporto di tutti“.

Il presidente, dopo essersi concesso ai microfoni dei cronisti presenti alla Lega Serie A Charity Dinner, è stato ospite anche di Pierluigi Pardo nel programma Super Tele in onda su DAZN. Ecco le sue parole:

Non si tratta di essere contenti, si tratta di programmazione. Noi lo abbiamo fatto, ma a oggi ancora non è scontato nulla, noi siamo abituati a festeggiare l’obiettivo quando formalmente è stato raggiunto cioè alla fine del campionato. Il raggiungimento dell’obiettivo dipende dal lavoro di tutti, dell’allenatore in primis che è un uomo di campo. Lavora 24 ore al giorno è un appassionato e un intossicato dal calcio. Non posso dimenticare chi ha contribuito come lo staff del mister, i calciatori e tutta l’organizzazione della Lazio. La vittoria ha sempre un unico padrone nella teoria, ma nella pratica è di tutti: si vince e si perde insieme. Quando si vince viene elogiato uno solo, quando si perde tutti. Spero si consolidi tutto a fine campionato. Sono 20 anni che sono presidente, quello che ho fatto io l’hanno fatto poche squadre. Ho preso la Salernitana in Eccellenza e l’ho portata in Serie A. Ho preso una Lazio con i debiti e l’abbiamo risanata e dopo la Juve ha vinto più di tutto in termini di trofei. E’ stato fatto un lavoro da parte di tutti. Nel calcio non mancano giocatori e dirigenti, mancano i presidenti, i luminari che fanno gli imprenditori e non i prenditori. Uno cerca di mantenere persone che sono funzionali per raggiungere gli obiettivi”.

IL FUTURO DI TARE – “Tare resta o no? Domanda che non ha senso. Non mi risulta che il campionato sia chiuso e che ci sia il mercato, che si fa a fine campionato sulla base dei risultati raggiunti e le prospettive raggiunte“.