Straordinario intervento di Guido Paglia a Cuore di Lazio

Ieri sera, nella trasmissione in diretta web, Cuore di Lazio, è intervenuto lo storico responsabile della comunicazione dell’era Cragnotti, Guido Paglia.

Il dottor Paglia, come sua consuetudine, non si è sottratto al fuoco di fila delle domande poste dagli ospiti in studio, creando in studio un interessante ed assolutamente non banale dibattito.

D: -Nell’arco degli anni, con questa nuova proprietà, lei vede un cambiamento in negativo o vede delle comparazioni rispetto al trattamento che poi era stato riservato la Lazio del dell’amatissimo presidente Cragnotti?

R: –No, la situazione è rimasta la stessa nel senso che c’era e c’è una stampa ostile, faziosa controllata dalla controparte romanista, ed è quello per cui mi sono battuto alla morte e quando toccava a me. Purtroppo la comunicazione è una cosa complicata ci devi mettere il cuore. Io essendo un tifoso ci mettevo il cuore e quindi riuscivo a riequilibrare. Non c’è dubbio che la comunicazione sia stata insufficiente. Ora io non posso mettermi a parlare male perché c’è negli ultimi anni la comunicazione la cura Arturo Diaconale che era praticamente mio fratello. Arturo non l’ho mai messo in discussione, lui era molto più composto, molto più tranquillo e mediatore. Io ero molto più di battaglia. Questo i tifosi lo hanno sempre apprezzato. Bisognava rispondere pan per focaccia. Fa parte di come sei fatto dentro, io ero per una comunicazione garibaldina. Adesso c’è una comunicazione molto più compassata, insufficiente chi ha creato moltissimi problemi e moltissimi equivoci. È un dolore vedere la comunicazione della Lazio in questo momento.

D: – Dottor Paglia, lei come avrebbe agito tecnicamente a tutti questi attacchi mediatici che arrivano da una casa editoriale milanese (Gazzetta dello Sport e Corriere della Sera)?

R. – Io avrei agito andando a raffica, combattendo su tutti i media possibil ed immaginabili andando in tv, radio, giornali, accusando tutti di faziosità. Quando l’editore di quel giornale, è anche presidente del Torino che con la Lazio ce l’ha a morte, è evidente per mille motivi che bisogna contrattaccare in ogni modo possibile. Ricorderete che a suo tempo c’era il Processo di Biscardi, che avendo un audience importante mi consentiva di controbattere e litigare col giudice juventino o con il collega del Milan. Era un modo anche di caricare la tifoseria, questa era veramente stufa, come è stufa adesso di come viene trattata La Lazio

D. – Quanto è cambiato lo scenario della Lazio dal 2016 ad oggi? Come descriverebbe Sergio Cragnotti?

R. – Bisognerebbe stare qui a parlare per un paio di giorni. Non c’è dubbio che dopo anni di delusioni, campagne sbagliate, sono state azzeccate alcune mosse importanti. Qui poi ci sono dei meriti da riconoscere a Tare, così come i demeriti per portato alcuni giocatori non all’altezza della Lazio. La situazione è decisamente migliorata, ma non posso dimenticare gli anni precedenti, circa 10 anni, sino a quando non sono arrivate le soddisfazioni con Delio Rossi. Abbiamo vinto una Supercoppa con Ballardini ma i meriti erano di Delio Rossi. La situazione è cambiata radicalmente con Simone Inzaghi, è laziale come noi, ha riportato in auge la lazialità, cosa che per Lotito è una componente negativa. Lotito non ha mai capito veramente cos’è la lazialità, si è dedicato a rimettere in ordine il bilancio anche in maniera un po’ carognesca, perché ha scaricato tutte le colpe su Cragnotti, quando il disastro ma invece avvenuto con Mancini in panchina e la Banca di Roma. Lotito doveva distruggere l’immagine di Cragnotti che è il presidente vincente, ha riportato lo scudetto a Roma il dato visibilità internazionale alla Lazio vincendo In Europa. Oggi la situazione è cambiata per merito di Inzaghi, non certo per Lotito che rimasto quello che era. Uso sempre una frase un po’ forte: per lui la Lazio è un mezzo, per noi invece è un fine. Per lui la Lazio è un mezzo per arrivare dove vuole, comprese le candidature politiche. Lui si dedica molto di più al mondo del calcio che a quello della Lazio. Il miglioramento c’è stato quando Lotito ha capito che doveva aprire alla lazialità, vi ricorderete che c’è stato un periodo in cui essere tifosi era una discriminante negativa. Lui non voleva laziali in squadra. Per fortuna è arrivato Inzaghi, altrimenti avremmo avuto Bielsa.lui ha riportato la lazialità.

D. – Non pensa ci sia una difficoltà per la Lazio a fare mercato in Italia? I rapporti con le altre squadre italiane non sono buoni.

R. – E’ vero, noi siamo antipatici perché è antipatico Lotito che si ritrova in Lega a fare tutti i giochi possibili ed immaginabili, lui deve mettere bocca su tutto. In questo modo ci siamo creati un sacco di antipatie a livello societario, quando si mette in testa di decidere le sorti della Lega Calcio e comincia a fare le cordate, con questo o quell’altro presidente, è evidente che va contro qualcun altro per cui si creano spaccature, chi finisce di pagare questi atteggiamenti è la Lazio e di conseguenza i laziali.

D. –Nel libro “un calcio al cuore” di Sergio Cragnotti si può toccare con mano quello che ha subito quest’uomo. Prima di lui la Lazio aveva vinto solamente una Coppa Italia ed uno scudetto, lui ha pagato il fatto di aver portato la Lazio a grandissimi livelli sino ad essere la prima squadra d’Europa. Cragnotti ha vinto 7 trofei, ma grazie a Lotito che ne ha vinti 6 la società bianco celeste è quarta In Italia come trofei vinti. A Lotito manca lo scudetto, secondo lei come vuole vincere lo scudetto Lotito?

R. – Non sono d’accordo. Per vincere lo scudetto bisogna saper allungare il passo. Lui non ho mai saputo allungare il passo. Per carità i bilanci sono eccellenti, però gli investimenti che lui ha fatto sono sempre stati modesti, non sono investimenti che possono portare la Lazio allo scudetto. In questo momento non mi sembra ci sia aria di scudetto, guardiamo la realtà, perché la Lazio al di là del covid non riesce mai ad arrivare fino in fondo? Non vi viene il dubbio che la panchina sia sempre troppo corta, che rincalzi non siano all’altezza? Io non posso dimenticare determinati acquisti fatti dalla società, se volete ci mettiamo a rivedere tutte le figurine della Lazio e le compariamo con quelle della Juventus. Secondo voi potevamo competere con loro? Aver sconfitto la Juventus , lo scorso anno, due volte su tre, e stato un caso. Finché in panchina non avremo giocatori all’altezza virgola non riusciremo a reggere il ritmo di un campionato intero. Come si fa a prendere un giocatore lento come Musacchio? Volete altri esempi?

D. – in Inghilterra, le società hanno ingaggiato dei social media manager che monitorano tutto ciò che viene detto sulla società e che serve anche alle sponsorizzazioni del brand nella squadra. Servono anche a difendere la società dagli attacchi mediatici. E’ attuabile anche in Italia?

R. – Considerata la mia età, io non voglio sentir parlare social media. Quando uno si può permettere di insultare offendere o denigrare chiunque nascondendosi dietro un nickname finisce solo per intorbidare le acque. Alcuni social funzionano con nome e cognome ma siccome il grosso della comunicazione attraverso i social media passa attraverso gente che si nasconde, non mi piace. Bisogna metterci la faccia. Sinceramente, non mi interessa andare appresso a gente chi butta fango sulla società nascondendosi dietro un nome falso.

D. – Come mai è così palese la gestione dell’informazione da parte dell’anti Lazio?

R.- Prima c’era Totti, adesso c’è Pellegrini che passa per Dio in terra. Un miracolato. Immobile che ha vinto la Scarpa d’Oro non è considerato, Acerbi peggio. Tutta la stampa è controllata dalla controparte, non c’è nulla da fare. Queste cose vanno dette, quando ci sono giornalisti che fanno finta di essere obiettivi ma è palese che non lo sono, bisogna denunciare. Klose ha fatto la storia del calcio mondiale, ma siccome giocava nella Lazio, facevano passare per un giocatore normale. La faziosità è allucinante.

D,- Secondo lei Lotito ha la potenzialità economica per costruire lo stadio?

R.- Forse sì, ma dov’è che lo vuole fare? Sui terreni di sua proprietà della Tiberina, per creare un’ enorme speculazione a favore suo e della famiglia Mezzaroma. Per far affermare una società a livello europeo c’è bisogno di grandi passi, passi che Lotito non vuole fare, lui non rischia. Altre società, Milan, Inter, Juventus , rischiano spendono soldi, oggi l’Inter vincerà lo scudetto ma quanto il buco ha? Tipo di investimenti sono stati fatti dalla proprietà? Noi ci accontentiamo di dire che abbiamo i bilanci tranquilli e sereni, continueremo purtroppo su questa strada , un anno faremo la Champions League , un altro anno l’Europa League e così via. Non riusciamo mai ad andare oltre. La Lazio ha smantellato il settore giovanile, altre squadre ne fanno il punto di forza.

D. – Non pensa ci sia stata un’involuzione nelle radio romane?

R.- io ascolto Radio6, una radio laziale. Secondo me non c’è stata un’ involuzione ma continua ad esserci questa diatriba se la colpa è di Lotito virgola di Tare o di Inzaghi. Manca la spinta. Luis Alberto è stato comprato per sostituire Candreva. Grazie ad Inzaghi abbiamo scoperto quali erano le qualità dello spagnolo e diventato una delle più grandi mezzali del campionato italiano