Dal Pino, ma cosa dici?

Il presidente della Lega Serie A, Paolo Dal Pino, come si dice a Roma “Intigne!”. In una lettera, che troverete a fondo pagina, insiste nel suo piagnisteo.

Oggi, a livello comicità, ha dato il meglio di sé. Nella lettera inviata al sottosegretario con delega allo sport Valentina Vezzali, si è praticamente inginocchiato con il cappello in mano. In pratica ha chiesto soldi al governo affinché quest’ultimo elargisca aiuti economici a favore dei club di serie A. Per Dal Pino ci sono troppe società ridotte al lumicino, rischiando economicamente di gettare la spugna.

Ma Dal Pino dove vive?

Ma il signor Dal Pino, nella sua qualità di presidente della Lega di Serie A, sapeva che molte nelle società calcistiche italiane, soprattutto le più celebrate, avevano ed hanno ancora passivi per centinaia di milioni di euro?

Perché la Lega di Serie A, e lui in qualità di presidente, non sono mai intervenuti a tal proposito?

Se è vero, come è vero e risulta dai bilanci, che club come quelli che volevano partecipare alla Superlega Europea, con l’aggiunta della AS Roma, hanno passivi da far spavento, come mai si sono potuti iscrivere al campionato italiano?

Come mai, il presidente della Lega di Serie A, ha diramato un comunicato nel quale venivano elencate le società di calcio colpevoli del mancato indice di liquidità? Quell’elenco è stato stilato immediatamente dopo il decalogo proposto dal presidente della Fiorentina Comisso. Decalogo in cui si chiedeva regole uguali per tutti, ridimensionamento delle percentuali dei procuratori e giusti indennizzi per le società.

Come mai in quel comunicato mancava la AS Roma che per il mercato ha dovuto immettere 15 milioni di euro?

Dov’erano i controlli della Lega quando le società si coprivano di debiti?

Ma la vergogna?

Troppo facile chiudere la stalla quando i buoi sono fuggiti. E’ vergognoso, ridicolo ed irrispettoso per tutte le società che hanno i conti in regola. Il presidente Dal Pino si trova in una posizione talmente drammatica da diventare comica. Fa ridere, assolutamente scompisciare, l’omettere controlli verso club palesemente indebitati e poi pretendere che il governo dia una mano.

La pandemia da Covid-19 ha colpito tutti i settori economici italiani, molte imprese sono state costrette a chiudere, di certo non gestivano quantità di denaro come quelle che gestiscono le società calcistiche. Chiedere soldi al governo, ben sapendo che non solo la pandemia, ma anche la pessima gestione di capitali delle società di calcio è ridicolo. Non fosse altro per il rispetto che si deve a tutti i commercianti, gli artigiani, i cassintegrati e via dicendo che non hanno ottenuto alcun euro da chi governa il nostro paese.

Chiedere soldi al governo, quando non si è fatto il proprio lavoro è da clown! Se ce l’avessero raccontato, ci saremmo sbellicati dalle risa. Purtroppo carta canta ed è tutto vero!

Estratto della lettera inviata dal presidente della Lega Serie A:

“La decisione non è stata facile considerate le gravi perdite che essa determinerà in termini di incassi. Perdite che si aggiungeranno a quelle, gravissime, già patite nell’intero corso di questa pandemia dai nostri club con riferimento sia alla contrazione dei ricavi sia alle onerose spese sostenute per porre in essere tutte le vigenti procedure di sicurezza di accesso allo stadio. Perdite che, contrariamente ad altri settori d’impresa, hanno ricevuto ristori assolutamente minimali, inadeguati, e comunque in palese disparità di trattamento con riferimento, ad esempio, al settore cultura e spettacolo al quale apparteniamo”.

“Le società sportive auspicano che questo atto di ampia disponibilità, assunto con unanime senso di grande responsabilità, determini nel governo l’attenzione che merita un settore quale quello del calcio di vertice che, numeri alla mano, ha un ruolo economico portante nel sistema imprenditoriale italiano, in termini di fatturato e di produzione di contribuzioni erariali dirette ed indirette, che merita – per la sopravvivenza sua e dei suoi 300mila addetti – aiuti concreti in termini tanto di ristori quanto di individuazione di strumenti deflattivi che consentano l’assolvimento degli obblighi tributari e contributivi con procedure di rateizzazione coerenti alle effettive possibilità delle società, e di misure finanziarie straordinarie a sostegno del sistema calcio”.

Poi, rivolto a Valentina Vezzali: “Auspico il tuo autorevole intervento per sensibilizzare il premier e il Consiglio dei ministri a intervenire con misure di effettivo e concreto sostegno delle nostre società che sono al lumicino della resistenza gestionale e che rischiano di gettare la spugna”. (fonte calcioefinanza.it)

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