Lazio – Pescara 3-0, la Vittoria di Inzaghi e la Vittoria del gruppo, la Vittoria perfetta

(lunedi 19 settembre 2016, ore 15,00)

La vittoria sulla squadra abruzzese con tanto di tifosi al seguito numerosi ( circa 1500) soprattutto per come è maturata, comincia a dare le prime risposte su quella che potrebbe ( uso il condizionale apposta perché sono passate appena 4 giornate) essere il cammino in campionato della Lazio in questa stagione. La prima riflessione che voglio fare è su Simone Inzaghi che molti tifosi e non avevano già etichettato come non pronto per una competizione di alto livello com’è comunque la nostra serie A. Ebbene il nostro Simoncino ha, in questo momento, messo a tacere tutte questi “soloni” con una lezione di tattica e di conoscenza del calcio davvero positiva. Lo stesso tecnico del Pescara Oddo ha candidamente ammesso in conferenza stampa post partita, di essere stato sorpreso dal cambio tattico adottato dalla Lazio e avendo preparato sul campo per tutta la settimana una contrapposizione al più classico 433, il 352 finale lo hanno potuto preparare “solo sui fogli e non è la stessa cosa”. Risultato di tale preparazione teoria e non pratica è stato che “la squadra si è allungata oltremisura correndo tanto e a vuoto.”
Simone Inzaghi di contro ha dichiarato che aveva studiato questo cambio tattico proprio in funzione delle partite del Pescara giocate precedentemente dove aveva messo in difficoltà tutte le avversarie che praticavano il 433. Questo è un segnale di grande attenzione e cura nella preparazione delle partite dove nulla viene lasciato al caso e dove il tecnico della Lazio riesce anche a comprendere lo sviluppo tattico che può spaccare la partita. Tutto questo è la risposta ai tifosi “contro” che subito dopo la vicenda Bielsa si sono sbrigati a etichettare Inzaghi come incapace di allenare in serie A e di gestire la Lazio e la sua rosa in maniera positiva. In pratica Simone era solo  il “servo di Lotito” senza spina dorsale ( ricordiamo e non dimentichiamo le offese rivolte al tecnico laziale dalla curva nord attraverso il loro comunicato prima dell’inizio del campionato), e che da buon “zerbino di corte”, si era assoggettato di conseguenza. Qui credo che gli unici veri “servi” sono tutte quelle persone che si sono fatte scippare il cervello da alcuni comunicatori veri o presunti che hanno approfittato come gli sciacalli, delle disgrazie biancocelesti. Il loro successo è da tempo inversamente proporzionale all’andamento della Lazio. Se la Lazio va male, per loro c’è il mass imo del seguito, dell’audience, del costrutto materiale. Se la Lazio va bene o benino, ecco che viscidamente si ritirano nelle proprie tane, dichiarando disinteresse, abbandonando d’improvviso, tutti quelli che lo seguivano nell’altra circostanza, scrivendo di altri argomenti che però stranamente non sono mai presi in esame quando invece si ha da “mungere” il malcontento popolino che rende bene a 360° gradi. Ovvio che Inzaghi ha tanta strada da fare, ma tutti l’hanno fatta e quindi un inizio deve esserci, e la Lazio può essere e sarà per lui una tappa fondamentale della sua carriera. Le premesse però sono confortanti, se mettiamo insieme le 7 partite della scorsa stagione con le 4 disputate in questa, notiamo come la squadra si sia comunque espressa bene in campo, portando a casa molti punti. Quest’anno poi con un reparto difensivo sicuramente più affidabile, Inzaghi riesce a far creare alla squadra, occasioni da gol e gol fatti, e i numeri non sono opinioni se vediamo gli 8 gol fatti in 4 partite contro i 5 subiti considerando che due di questi cinque sono venuti da una giornata non troppo felice di Marchetti. Poi c’è il gruppo, un ritrovato gruppo unito che rema dalla stessa parte e che intelligentemente ha saputo valutare nell’interesse esclusivo della squadra, anche il reinserimento di un Keita che questa estate ha fatto di tutto e di più per farsi odiare anche dai fili d’erba di Formello. Questo gruppo indubbiamente non è un gruppo di fenomeni, non lo è mai stato anche se al proprio interno ha dei giocatori di alta qualità, però ha dimostrato di poter aumentare la propria forza, se tutti sono uniti prefiggendosi un unico obiettivo. Fu così anche nel 2014 con Pioli, e infatti la Lazio arrivò terza sfiorando materialmente e non virtualmente, il secondo posto. Anche i tifosi, o perlomeno la maggior parte, sta cercando una strada di sostegno verso la squadra. La decisione di rientrare allo stadio è si atta a non far estinguere il tifoso laziale, ma al tempo stesso va a sostenere questa gloriosa maglia e questi storici colori. In trasferta già hanno dimostrato la loro grande vicinanza gridando e urlando come non lo si sentiva da tempo, ora anche all’Olimpico i cori contestatori sono ridotti al minimo se non addirittura scomparsi come contro la Juventus, segno che anche il tifoso ha compreso che l’interesse primario deve essere la squadra e non la singola battaglia che come ho già detto sopra, va a solo vantaggio di alcuni personaggi che si professano tifosi cavalcando l’onda della insoddisfazione per il “bene esclusivo della Lazio” , ma sappiamo benissimo tutti, di che bene in realtà si parla. La Lazio può quindi essere una di quel gruppo di squadre che si contenderanno i piazzamenti europei, sia quelli più prestigiosi, che gli altri poco meno più bassi. Ho parlato di piazzamenti sia ben chiaro e non di scudetto quindi dal 2° al 6° posto, poi ovvio che da tifoso, non escludo a priori nulla. Domani c’è il Milan, team che ha preso ossigeno con la vittoria di Marassi ai danni di una Samp ingenua e sfortunata, però il Milan non è quel Milan forte e difficile da affrontare. Questo è un Milan con dei problemi seri, e che la Lazio con la sua freschezza e decisione, può sfruttare a suo favore per far sua l’intera posta in palio, il che finalmente interromperebbe un digiuno che oramai dura da 27 anni. Una vittoria a Milano significherebbe anche prendere sempre più coscienza di poter competere per i quartieri alti della classifica e di non sentirsi inferiori a nessuno. Milano quindi, crocevia importante anche se solo all’inizio, perché è da ora che si costruisce la stagione intera, è da questi primi riscontri e punti presi che si acquista fiducia che permette di lavorare sodo e di continuare a crederci sempre più.