L’impazienza del laziale

Quando la Lazio stava trattando Sarri, tutto l’ambiente si è messo a testuggine. Tutti ad implorare la società di fare questo benedetto passo che avrebbe fatto alzare la qualità.

Ora leggo di molti tifosi che invocano il “Sarri Vattene”. Leggo di qualche comunicatore ignorante che dice “Sarri è il peggior allenatore della Lazio da quando c’è Lotito. Comunque è di per se un pessimo allenatore”. Salvo però ricordare a questi “fenomeni da baraccone (perché solo questo sono e nient’altro) che loro per primi spingevano per l’ingaggio di Sarri. Molti dicono: -i giocatori della rosa non sono adatti al modulo di Sarri e quindi la società doveva fare mercato per dargli i giocatori giusti-. In pratica bisognava comprarne questa estate minimo 15 di giocatori, e che giocatori !! E tutti gli altri? Via? I milinkovic, i Luis Alberto, i Luiz Felipe, Immobile… tutti via… “forza uscire, pedalare, correre, ANDARE !!”

Stanno sventolando questa delirante teoria senza conoscere minimamente nè la vita di spogliatoio, nè le dinamiche di una squadra di calcio, nè le dinamiche del mercato. E cosa molto più importante, non hanno le capacità tecnico tattiche per giudicare l’allenatore e ciò che propone. L’ignoranza, cioè la non conoscenza di un argomento, porta sempre a dire castronerie galattiche, a non saper differenziare determinati concetti di gioco e a non comprendere quanta difficoltà ci sia nel farli apprendere ad una rosa di giocatori che per 5 lunghi anni ha fatto sempre la stessa cosa, gli stessi movimenti, la stessa mentalità.

Ripeterò all’infinito sapendo già dii dirlo a vuoto, il 433 è letteralmente agli antipodi del 352 fatto negli anni precedenti. Forse anzi no. Ho la piena certezza che non sapete minimamente quanto sono distanti i due concetti di gioco e quanti movimenti dentro il campo sia opposti e completamente differenti. Che questa stagione con l’avvento di Sarri fosse una stagione al buio lo sapevamo tutti, ma oltre al saperlo, tutti dovevamo accettare (qualcuno lo ha fatto, molti no) che potevamo non arrivare a nulla. Cosi come si potrebbe arrivare più avanti di quanto ci si aspettasse. Invece qui si vuole tutto e subito. Si vuole la mitica “erba voglio” che però, come ci hanno sempre raccontato i nostri nonni non nasce nemmeno nel giardino del Re. Liberi di pensarlo per carità, ma non siate ipocriti con voi stessi, se lo volete fare, fatelo con cognizione di causa e non scrivendo o dicendo stronzate interplanetarie.

Rodolfo Casentini