Lotito sul Flaminio: “Ci stiamo lavorando”. Sulla manovra salva-calcio…

Torna a parlare il presidente della Lazio Lotito e lo fa ai microfoni de La Gazzetta dello Sport. Tra i temi toccati spiccano principalmente la discussa manovra salva-calcio e la questione Stadio Flaminio. Ecco le sue parole:

MANOVRA SALVA-CALCIO: “Siamo intervenuti per risolvere il problema e credo sia stata trovata una soluzione ragionevole, che ha garantito a tutto lo sport italiano gli strumenti per poter contrastare una crisi dovuta all’emergenza Covid e aggravata dal caro bollette. Gli esecutivi precedenti, quello Conte e Draghi, avevano dato risorse minime allo sport italiano mentre, al contrario, il mondo del cinema ha ricevuto a sostegno un miliardo a fondo perduto. E credo che la chiusura di un cinema non arrechi più danni della chiusura di uno stadio, di un palazzetto o di una piscina anche per i riflessi sociali ed economici che ne determina. Regalo a me stesso? Nessun regalo. Fare demagogia è facile, ma le questioni in campo sono serie e con serietà andavano affrontate. Non c’è nessun aiuto a fondo perduto, neanche un euro. Non c’è nessun regalo. Tutto verrà versato nelle casse dello Stato, addirittura con una maggiorazione del 3%. Il pagamento in 60 rate è già previsto per tutti i contribuenti che non hanno pagato. Il compromesso finale senza alcun danno per la collettività, prevede una rateizzazione che riguarda solo IVA e IRPEF (ma non i contributi previdenziali, l’INAIL, le imposte dirette) in 60 rate con il pagamento immediato del 3% di sanzione sull’intero ammontare e delle prime tre rate immediate, per un valore di circa il 20% complessivo della somma da restituire. E chi si è opposto al provvedimento dovrebbe ammettere che ha tentato di affossare lo sport per difendere gli interessi di pochi e non l’interesse di tutti. Anche soggetti che avrebbero dovuto tutelare lo sport non l’hanno fatto”. Riguardo alle critiche ricevute, il patron biancoceleste ha replicato: “Nel dibattito al Senato si è detto che era stato fatto un favore a Claudio Lotito: “Abbiamo dato un miliardo a Lotito”. Davvero? Scusi, io non l’ho visto”.

QUESTIONE STADIO – Nella testa del patron biancoceleste c’è ora la volontà di inserire diverse norme che aiutino lo sport italiano a uscire dal momento di crisi, come per esempio facilitare la costruzione o la modernizzazione delle infrastrutture: “Siamo il Paese della burocratizzazione. Perché non pensare a un sistema commissariale centrale che prescinda da interessi particolari e corporativi del territorio?”. In particolare sul Flaminio ribadisce: “Questa del Flaminio è una delle ipotesi che mi è stata prospettata. Bisogna trovare il giusto compromesso dal punto di vista tecnico, strutturale e normativo: ci stiamo lavorando con tutte le istituzioni preposte”.

RIFORMA DEI CAMPIONATI – “Finora è prevalsa soltanto una logica, quella del merito sportivo. Senza andare a verificare le condizioni economiche, il bacino di utenza, le infrastrutture. Tutto questo va rivalutato. Conta il merito sportivo ed è per quello che si va in Serie A, ma poi devono esserci anche altre regole da rispettare perché altrimenti le società nascono e crescono, ma poi muoiono. Dobbiamo fare un percorso condiviso per rendere tutti i club autosufficienti. Serve una visione complessiva generale che prevalga sugli interessi corporativi. Ogni lega deve avere un’organizzazione, un’identità e una mission. Devono esserci dei criteri minimi e massimi: ma è possibile che in Serie A ci siano società che non hanno un centro sportivo di proprietà? In tutte le categorie bisogna dotarsi di strutture adeguate e ci devono essere degli obblighi economici”.

I CONTRATTI DEI CALCIATORI – “Oggi assistiamo a meccanismi strani, ad esempio un calciatore può avere i diritti dei dipendenti e i doveri di un libero professionista? Può sottoscrivere un contratto di 5 anni e al primo gol chiedere più soldi? Io penso si debba trovare una nuova figura specifica di lavoratore e una diversa regolamentazione del ruolo e della funzione dei procuratori”.