MA CHI TE LO HA DETTO…CHE SARRI VUOLE ANDARE VIA?

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A cura di Alessandro Lulli.
(Ma) Chi te l’ha detto…(?) Ricordando il titolo di uno dei successi del gruppo musicale bolognese degli Stadio, targato 1982, eccezion fatta per il punto interrogativo di personale ispirazione, facciamo un pò di chiarezza su quanto accade nel mondo Lazio, in relazione all’attendibilità di ciò che viene raccontato.

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Eccoci giunti all’ennesimo crocevia della stagione per la SS Lazio 1900. Per molti, anche se siamo alla dodicesima di campionato, con vista derby, e alla quarta di Champions League, in caso di risultati negativi, la stagione sembra già finita. Nonostante per chi scvrive si sia soltanto all’inizio di una nuova, affascinante, avventura, non mancano le polemiche instillate da alcuni risultati non proprio felici. Gran parte del tifo laziale ha ricominciato a riempire laghi artificiali di lacrime.

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Tutto ciò non è comunque bastato a fermare le solite voci, artatamente, confezionate e fatte girare ogni qualvolta la Lazio si ritrova a dover affrontare una o più gare delicate. Tutte voci infondate che, di volta in volta, vengono vanificate dai fatti oppure smentite dai diretti interessati. Come accaduto anche oggi.

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Oggi, infatti, è andata in onda la conferenza stampa, pre-gara, dove mister Maurizio Sarri ed il portiere Provedel sono intervenuti per rispondere alle domande dei giornalisti presenti. In questa circostanza sono state toccate diverse situazioni. La più bella è stata la stoccata di Mister Sarri; quando ha fatto riferimento, con una battuta delle sue, ai risultati: “Vedo che in questo momento commentano tutti il risultato. Le partite, cosa le guardate a fare? Guardate il risultato e poi…”. Ma quello di cui ci preme parlare è delle chiacchiere da bar, delle frottole che vengono messe in giro e di chi ci cade con tutte le scarpe.

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Ad un certo punto dell’intervista, l’allenatore della SS Lazio 1900, Maurizio Sarri, ha dichiarato: “No. No. A me non importa assolutamente niente delle critiche. Io non ascolto niente. Mi stanno dicendo che ci sono un sacco di voci che dicono che io a fine anno vorrei andare via; e se le voci contano più delle mie parole, mi girano un attimino. Perchè io ho sempre detto il contrario. Ho sempre detto che qui voglio rimanere a lungo. Che qui vorrei chiudere la mia carriera. Non è che un inizio di campionato altalenante mi può far cambiare idea. Si rimane li e si combatte. Tutti insieme: società, giocatori, popolo laziale e senza, assolutamente, cambiare idea su questo. E quindi mi dispiace che le mie parole contino meno delle voci messe in giro così…”

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Le parole di mr. Sarri le abbiamo lì. Ora andiamo ad analizzarle. Pur restando pacato l’allenatore, della SS Lazio 1900, lancia una sfida a chi sta giocando, chiunque esso sia, con la sua persona. Il ricorso alle voci chiarisce che di quello si tratta.

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La parte più importante di questa dichiarazione sta nel “…mi stanno dicendo…”. Vi rendete conto? Il diretto interessato viene a sapere di alcune voci sul suo conto, anche destabilizzanti, che lui non ha mai proferito di situazioni che gli vengono riportate. Qualcuno ha pensato di poter dire e decidere per Maurizio Sarri. Un uomo di 64 anni, che ha insegnato calcio ed ha allenato squadre di prim’ordine, non ha certo bisogno di mandare avanti qualcuno che, al suo posto, parli del suo futuro. Qui, non si tratta neanche di informazione o di giornalismo. Qui, qualcuno si è svegliato una mattina, fresco fresco, con la presunzione di poter decidere il futuro di un veterano della panchina.

Immagine di repertorio Liberissimo.net

La cosa peggiore sta nel dover intervenire per smentire delle frasi mai proferite. Maurizio Sarri, a dispetto di ciò che si legge nei social, ci conferma che alla Lazio sta bene (!) e ci vuol restare fino a fine carriera (!). Possibile che le voci fasulle possano contare di più di ciò che, più volte, l’allenatore ha dichiarato? Non è che qualcuno si diverte a destabilizzare questo ambiente? Non è che in nome de falso bene della Lazio qualcuno manda in giro frasi inventate o mai dette?

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L’allenatore prima di chiudere lancia, sportivamente parlando, il guanto della sfida. Chiarisce che nonostante le difficoltà, lui resta saldo al timone per condurre in porto questa nave che alcuni vedono e vorrebbero già affondata o alla deriva. In questa avventura Sarri è convinto di avere già dalla sua la società SS Lazio 1900 ed i suoi giocatori che, a questo punto, non giocano certo contro di lui. Poi si rivolge al popolo laziale. Ma quale popolo laziale? Chi sarà pronto a raccogliere il c.d. guanto della sfida tra i tifosi per fare gruppo e superare questo momento?

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…E quindi mi dispiace che le mie parole contino meno delle voci messe in giro così…” . Sarri chiude la questione con questa affermazione. Possibile che nel mondo Lazio si sia così ingenui? Possibile che il popolo laziale sia tanto incline a farsi turlupinare da certe castronerie?

Immagine di repertorio da Pinterest

Da troppi anni la Lazio viene bersagliata con castronerie e frasi fatte, del tutto inventate. Sarebbe ora che si iniziasse a ragionare con le proprie teste. L’intervista di Sarri può essere ascoltata, integralmente, sul sito ufficiale della SS Lazio 1900. L’allenatore parla e spazia su tutto.

Immagine di repertorio da Cuore di Lazio

Prima che arrivasse alla Lazio, non avevo avuto modo di conoscere la persona di Maurizio Sarri. Col tempo ho imparato ad apprezzarla e a condividere diversi suoi pensieri. Per quanto mi riguarda, nonostante le difficoltà, il guanto l’ho già raccolto. Sono e sarò sempre dalla parte della SS Lazio 1900. Forza lazio e Forza Maurizio Sarri. Le auguro di restare alla Lazio finchè le circostanze lo riterranno opportuno. Ripartiamo da domani. So già che molti miei amici hanno raccolto il guanto della sfida. Su di loro non nutro alcun dubbio. Spero che tutti gli altri smettano di credere a chi vorrebbe farci del maleraccontando ciò che non esiste.

Vi lascio alla lettura concludendo con questa bellissima e celebre frase: “Essere sconfitti è spesso una condizione temporanea. Arrendersi è ciò che la rende permanente.”
di Marilyn Vos Savant

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