Adesso basta! attacchi beceri dall’Equipe

Non bastavano i vili, infanganti, pretestuosi e di dubbia veridicità, attacchi della stampa italiana. Adesso, tanto per cambiare, considerato che non è la prima volta, ci si mette anche la stampa d’oltralpe.

Il fatto

Il quotidiano sportivo francese “l’Equipe” Si è bellamente preso il diritto di sottolineare, con un’intera pagina quanto, a parer loro, la Lazio sia una squadra fascista. Per avallare la loro tesi, questa volta si è usato il pretesto del difensore della Primavera Romano Floriani Mussolini. Si racconta chi è Romano Floriani Mussolini sottolineando chi sono i genitori, il tutto facendo espliciti riferimenti alla tradizione familiare. E di come il ragazzo sia un giocatore di talento cui si cerca di non far pesare la storia di cotanta famiglia. Ma è solo un pretesto, tanto è vero che il ragazzo non ha mai disputato un solo minuto di gara con la prima squadra. Che le colpe dei padri non debbano ricadere sui figli è cosa tacita e saggia, fa parte di un’educazione e di un buon senso che dovrebbero essere parte integrante di chi professa il giornalismo. A l’Equipe, così come molti giornali italiani, questa filosofia non appartiene.

Quello de l’Equipe, solo un espediente per infangare la Lazio ed i suoi sostenitori. infatti il giornale esce il giorno seguente l’ennesima dichiarazione di Lotito contro quest’accostamento: “io e la Lazio da sempre contro il fascismo” e segue la polemica di un paio di settimane sulla trasferta della Lazio in Francia vietata ai suoi tifosi definiti ufficialmente “fascisti”. Da notare che il giornale francese si è ben guardato dallo scrivere, che in società era appena entrato un alto membro della comunità ebraica romana.

Il fango dei francesi

Ecco Un estratto di quanto riportato sul giornale francese: “il calcio non è mai davvero stato un affare di famiglia per Mussolini. Benito era piuttosto appassionato di sport militari, come la scherma e l’equitazione, ma capì che lo sport poteva essere un’importante arma di propaganda. Ha così favorito il suo sviluppo attraverso la costruzione di molti stadi ancora oggi esistenti (quelli di Bologna e Torino in particolare) e di una nazionale agonistica, incoronata campione del mondo nel 1934 (in Italia) e nel 1938 (in Francia). Ma il calcio di squadra non lo ha mai interessato davvero”.

Fu in seguito che la Lazio sarebbe stata regolarmente associata al fascismo, attraverso le numerose azioni dei suoi rappresentanti diretti e indiretti: croci celtiche, grida di scimmie, saluti fascisti, striscioni su Auschwitz e persino foto di Anna Frank, nell’ottobre 2017. Gli ultras del club sono regolarmente puniti per atti razzisti o antisemiti. Il 16 ottobre, dopo la vittoria contro l’Inter (3-1), Juan Barnabé, il falconiere spagnolo incaricato di far volare l’aquila reale – emblema del club – sopra lo Stadio Olimpico prima di ogni partita casalinga, è stato addirittura ripreso mentre eseguiva i saluti fascisti con altri tifosi. La Lazio lo ha immediatamente sospeso. Romano Floriani Mussolini ovviamente non ha commentato il caso”. (fonte ilnapolista.it)

Qui il giornale dimostra di non aver alcuna conoscenza né della storia della Lazio né del fatto di come sia venuta la fusione della Roma. In Italia e a Roma in particolare, tutti sanno che Mussolini voleva una fusione fra tutte le squadre romane, al fine di creare un’unica società calcistica che potesse contrastare l’egemonia delle squadre del nord. Per cui a Mussolini, per propaganda o per interesse personale, il calcio interessava fortemente.

Infangati ancora una volta

L’Equipe, però, non è la prima volta che si diverte ad attaccare la Lazio. Già nel 2015, approfittando del fatto che la Macron avesse ideato, per l’Europa League, una maglia completamente nera, definì ed apostrofò La Lazio ed i suoi tifosi come fascisti. Creò una polemica che durò giorni. Ma la malafede verso i colori bianco celesti si dimostrò l’anno seguente: il Paris Saint Germain, seguendo l’esempio della Lazio si apprestò a calcare il prato verde con una maglia completamente nera molto simile a quella laziale. Naturalmente, questa volta, l’Equipe si guardò bene dal criticare la scelta della squadra parigina.

In conclusione

Quello che vorremmo sapere, è il motivo di tanto astio nei confronti della Lazio, come se nelle curve delle squadre, soprattutto europee, la politica non si sia infiltrata. Non sarà forse che l’editore del giornale francese sia legato ad un altro editore di un noto giornale sportivo milanese? Come diceva il presidente Andreotti: a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca.