La battaglia tra Gravina e Lotito

Un vecchio adagio popolare sosteneva che tra i due litiganti c’è sempre un terzo che gode. Purtroppo nella guerra tra il presidente della Federazione italiana Giuoco Calcio ed il presidente della SS Lazio a godere non c’è nessuno, anzi a rimetterci sono i tifosi della prima squadra della capitale.

La guerra tra il presidente Gravina ed il presidente Lotito nasce circa sei anni fa quando Gravina sconfisse Pagnozzi (uomo sostenuto da Lotito) alla guida della Lega Pro.

Quando l’attuale presidente della FIGC entrò in carica ai vertici del calcio italiano, mise in atto una delegittimazione verso Lotito: gli tolse infatti tutte le deleghe ottenute in precedenza dall’allora presidente Tavecchio.

Gravina, con i suoi atteggiamenti, ha sempre fatto capire di non avere tra le proprie simpatie il presidente laziale. La cacciata di Lotito, da parte di Gravina, durante un consiglio federale, adducendo che il presidente della SS Lazio era sotto squalifica, non regge, in quanto Lotito aveva già scontato la pena.

Anche l’urgenza nel chiedere al presidente Lotito di cedere la Salernitana, in base ad un giusto regolamento, è parsa ai più molto affrettata, se non altro perché tra i tanti problemi riguardanti il calcio italiano, non era certo la doppia Presidenza di Lazio e Salernitana il caso più spinoso. In un momento in cui, alcune società calcistiche italiane (Milan, Inter e Juventus) si dedicavano alla costruzione della Super Lega, ed altre società (A.S. Roma) come le tre citate in precedenza, avevano enormi problemi finanziari, non era certo la questione Lotito a dover tener banco. Ma Gravina, a dispetto di questi ultimi, non hai perso occasione di ricordare a Lotito l’urgenza della cessione. Cessione avvenuta con un trust cha al presidente della FIGC non è andata giù. Come se per cedere una società si Serie A non servano mesi.

Peggio ancora, il terribile silenzio del presidente della FIGC alla pretesa di un ministro francese, che impediva di fatto l’accesso In Francia a chiunque avesse avuto atteggiamenti di simpatia verso i colori biancocelesti, è di una gravità inaudita, anche perché i supporters della SS Lazio sono stati, sempre dal ministro degli interni francesi, definiti fascisti e razzisti. Colpendo di fatto una tifoseria intera, composta da persone di tutti i ceti sociali e di tutte le opinioni politiche.

Non ultime le dichiarazioni del presidente Lotito verso la Federazione e dei suoi medici che hanno rimandato a casa il calciatore Ciro Immobile, reo di essersi presentato al raduno della Nazionale già infortunato. infortunio che secondo il presidente Lotito e arrivato durante il ritiro degli azzurri. Perché se il calciatore è arrivato con un trauma al polpaccio virgola non è stato rimandato immediatamente a casa? Perché trattenerlo con la Nazionale, tre giorni, facendogli disputare allenamento differenziato?

Ormai, è un dato di fatto, tra Lotito e Gravina è guerra aperta. Tra i due, quando si incontrano, sembra si crei un arco voltarico. Sono anni, ormai, che in Federazione sono state portate tutte le prove possibili ed immaginabili per l’assegnazione dello scudetto del 1915, quantomeno ad ex equo, a favore della Lazio. L’avvocato Gianluca Mignogna, continua a portare prove a favore di una giustizia verso coloro che hanno combattuto, sia sul campo che nei campi di battaglia, per il giusto riconoscimento di un campionato che li ha visti arrivare in finale senza poter disputare quest’ultima a causa dello scoppio della prima guerra mondiale. Ci si chiede perché quello scudetto è finito sulle maglie del Genoa, che ancora non si era qualificata per la finale e soprattutto senza delibera federale?

In FIGC durante la Presidenza Tavecchio, era stata istituita una commissione che aveva dichiarato legittima la richiesta presentata dall’avvocato Mignogna. Anche durante la Presidenza Gravina c’è stata una commissione per valutare la fondatezza della richiesta del sopracitato avvocato. Le carte presentate per avallare il giusto riconoscimento dello scudetto 1915 e stato vagliato ampiamente dalla commissione. Quello che ci si chiede à il motivo per cui l’assegnazione di quello scudetto non venga mai messo all’ordine del giorno. Sarà forse che il presidente Gravina attende al momento giusto? Momento che però sembra non arrivare mai. il presidente Gravina il tempo per chiedere l’intitolazione dello Stadio Olimpico a Paolo Rossi lo ha trovato. Dimenticando che quello stadio è di proprietà del CONI ed essendo italiano non è come il mitico stadio inglese di Wembley dove vengono disputate tutte le partite interne della nazionale inglese. Quello stadio si chiama Olimpico perché nato per le Olimpiadi del 1960. Perché allora non intitolarlo a Pietro Mennea? perché non intitolarlo ad un grande del rugby italiano? Dopotutto, le partite della nostra nazionale di palla ovale vengono disputate lì.

il compito naturale di un presidente della Federazione italiana Giuoco Calcio dovrebbe essere quello di far rispettare le regole, non consentendo, a chi non ha pagato gli stipendi dei calciatori per mesi, di poter continuare in barba alle regole, il campionato italiano. Dovrebbe impedire a chi ha enormi problemi finanziari l’iscrizione alla Serie A, e non pietire verso il governo soldi a favore del calcio italiano. il Chievo Verona è stato escluso dai campionati professionistici per inadempienze tributarie. Perché se il Chievo Verona e stato escluso non possono venire esclusi tutti gli altri club che hanno addirittura centinaia di milioni di debito?

Ma non era il presidente Gravina colui che, al momento dell’insediamento in Federazione, disse di voler chiudere i conti col passato definendo una volta per tutte le questioni riguardanti le assegnazioni dei titoli dei campionati precedenti? Non è la FIGC che deve vigilare sui conti in regola delle società? Non è la FIGC che dovrebbe garantire il giusto riconoscimento ai calciatori del 1915? Non è la FIGC che deve tutelare il calcio italiano ed i suoi tifosi, visto che questi ultimi garantiscono la sopravvivenza di tutto il sistema? Non è forse il presidente della FIGC colui che deve garantire equilibrio nel calcio nostrano e non farsi prendere dentro beghe da condominio solo per pure questioni politiche?

A rimetterci come al solito sono la S.S. Lazio ed i suoi tifosi.