Sarri «Io resto qui e combatto insieme al mio popolo»

a cura di Rodolfo Casentini

E’ un Sarri molto carico, molto deciso e al tempo stesso molto arrabbiato con la comunicazione che nei giorni ha scritto di tutto e di più sul fatto che il tecnico toscano stava meditando di andarsene a fine stagione andando a rafforzare questo concetto con addirittura dei virgolettati tra cui spicca l’ormai famoso «Non so se rimarrò a fine stagione» detto e confermato, sempre a dire della stampa, lunedi sera nella pancia dell’Olimpico dopo Lazio – Fiorentina direttamente a Lotito e al gruppo squadra negli spogliatoi.

Tutto molto bello peccato che non sia mai esistita questa scena così come non sono mai esisitite le dichiarazioni virgolettate e i suoi pensieri interpretativi sulla voglia di cambiare aria da Formello a fine stagione. Ieri, prima in conferenza stampa ante Feyenoord e dopo, intervistato da Sky, ha fermamente ribadito che:
« Io voglio specificare che le voci sul mio conto che mi indicavano come voglioso di andar via a fine stagione, sono dei veri e propri fake» e con gli occhi spiritati che ne indicavano l’alto grado di incazzzamento, continuava rafforzando il concetto con: « Io ho sempre dichiarato il contrario. Io resto qui e ci voglio restare a lungo e vorrei chiudere la mia carriera di allenatore alla Lazio. Non sarà un inizio di campionato altalenante a farmi cambiare idea. io resto e combatto assieme al mio presidente, al mio direttore sportivo, alla mia squadra, e al mio popolo biancoceleste, e chi si permette di dire diversamente è solo un fake. Non è la prima volta che quello che dico io conta meno delle dicerie». Quindi i vari giornalisti e testate che si erano divertite a pubblicare queste fake news (lo ha detto Sarri non noi), ora dovrebbero avere la dignità di fare una bella rettifica con tanto di scuse per aver scritto delle palesi inesattezze che di fatto, hanno ingannato il lettore pagante.

Un Sarri così deciso non l’avevamo mai visto prima e questo è un bel segnale sia per la squadra, che per l’ambiente che si spera, possa comprendere una volta per tutte che determinata comunicazione, cerca in tutti i modi di inquinare l’ambiente biancoazzurro con lo scopo finale di renderlo invivibile per qualsiasi soggetto Lazio.
Dall’altra parte del Tevere si sa che Mourinho a fine stagione saluterà tutti e se ne andrà presumibilmente in Arabia, ed ecco quindi la necessità sopravvivenziale nella comunicazione laziale, di cercare con qualsiasi mezzo, di far andar via anche Sarri altrimenti si creerebbe un grande divario mediatico a favore della Lazio, che impedirebbe qualunque forma di strategia della tensione.

Una strategia che fino ad ora, ha pagato in maniera cospicua e fragorosa dando visibilità, soldi, notorietà, numeri.
Tutti requisiti che all’atto pratico, creano una produzione economica e sociale.

Sarri però ieri è apparso in una forma diversa, con un’atteggiamento molto sicuro di se, molto determinato a rispondere per le rime a queste narrazioni fantasiose. Le gente voleva chiarezza, l’ha avuta.
Forse pure troppa chiarezza.
Ma questa decisa chiarezza ha lo scopo di disinnescare le varie bombe di profondità che la comunicazione laziale, è solita gettare a grappolo consapevole che qualcosa verrà colpita e sfruttare così, l’obiettivo centrato.

Ora non crediamo che dopo queste uscite pubbliche cosi limpide, ci sia da parte dei giornalisti, la voglia di rischiare una reprimenda diretta da parte del soggetto interessato. Sarri ormai non ha più nessuna intenzione di subire dicerie negative sul suo conto. E non ha nessuna intenzione di continuare a veder scritti, falsi problemi che puntualmente, oltre ad essere falsi, vengono messi in grande evidenza come se fossero un dei tanti problemi irrisolvibili.

Oggi ci sarà una gara da giocare, Sarri ha chiesto che chi sarà presente sugli spalti, crei l’inferno puro. Quell’inferno che agli olandesi nella loro vasca di casa, ha permesso ai rossoneri tulipani, di vincere la difficile partita d’andata quindici giorni fa.

Stasera tutto il popolo biancoazzuro dovrà farsi sentire perchè vincere è troppo importante per un passaggio del turno che è alla portata della Lazio.
E allora, cosa stiamo aspettando?