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La Lazio batte lo Spezia imponendosi per 3 a 0 con le reti di Immobile (da calcio di rigore), Felipe AndersonMarcos Antonio

Partita che era iniziata con qualche difficoltà di troppo ma (come fanno le grandi squadre) i biancocelesti hanno saputo pazientare e, appena possibile, hanno trovato il pertugio per colpire l’avversario. La Lazio è cresciuta. Da diverse partite sta mostrando continuità, maturità e concentrazione. Non c’è più quell’incertezza delle prime partite, non c’è più quella sensazione che se non si va in vantaggio la partita non riesca a smuoverla. C’è solo il progresso attraverso il lavoro, il saper sfruttare al meglio tutte le potenzialità della rosa ed, infine, l’aver portato alcuni giocatori – vedi Luis Alberto – a diventare completi senza limitare il loro genio (vedi il tacco meraviglioso che ha mandato Zaccagni in gol contro la Juventus). Il tutto accompagnato da una solidità difensiva unica: miglior difesa del campionato e 18 clean sheet realizzati in 30 partite.

Questa è la mano di mister Sarri, ora è la sua Lazio. Si diverte e fa divertire. E’ arte e pragmatismo al tempo stesso, è il sublime formato calcistico. La rete del momentaneo 0-2 firmata ieri da Felipe Anderson è una degli esempi eclatanti di questo salto evolutivo. Uno scambio di una coralità straordinaria, tutto palla a terra tra il brasiliano, Luis Alberto e Immobile. Un’azione talmente bella che sembra essere costruita con il Joystick della PS5. I telecronisti delle varie piattaforme televisive che hanno raccontato la partita (e, sicuramente, chiunque altro ha visto la partita) hanno tutti esclamato la stessa cosa: “Una Lazio Surreale!” Questo era il coro unanime che echeggiava e non solo a Roma
Sì perché è impossibile non subire il fascino di questa Lazio. Anche il più scettico, il più negazionista non può resistere nel dire – seppur a denti stretti – che questa Lazio è uno spettacolo. Un telecronista di DAZN ne è rimasto così estasiato da arrivare ad una semplice (netta conclusione): “Questa è un’azione ed un gol da Manchester City“. Chi è rimasto senza parole non ha potuto fare altro che applaudire con un ritmo forsennato.

Certo, non tutto è andato per il verso giusto, anzi: i punti persi per strada e l’uscita prematura da due coppe europee sono 2 esempi importanti. Ma un percorso di crescita non avviene sempre in modo lineare e privo di turbolenze. E’ dagli errori che si impara a migliorarsi. Un esempio? L’anno scorso una costante negativa della Lazio era che dopo il turno di coppa non riusciva quasi mai a fare punti ed invece in questa stagione ne abbiamo fatti di più. Anche questo è un segnale di crescita, l’importante è migliorarsi costantemente e, finita questa stagione, a giugno si farà l’ulteriore step evolutivo: riuscire a far fronte a più competizioni.
Ora è giusto godersi lo spettacolo messo in campo dalla Lazio, al resto ci penseremo a tempo debito. C’è una qualificazione Champions da conquistare. L’unica cosa da fare è ora è continuare a dare ai ragazzi tutto l’amore che meritano e che sia ta facendo fino ad ora, in modo straordinario, il popolo laziale sia in casa che in trasferta.

In conclusione: Welcome to Sarriland

Marco Lanari

foto da ssLazio.it