Lazio, a questo gioco o si dà il massimo, o si va a casa.

Nessuno di noi si sarebbe potuto immaginare una partenza cosi negativa. Nelle prima due giornate, due sconfitte. Iniziammo solo qualche anno fa allo stesso modo, ma la caratura degli avversari incontrati, era di ben altro lignaggio. Napoli e Juventus non possono essere comparate con Lecce e Genoa. Molti imputano questo “disastro” sul campo, al mercato fatto in ritardo. In parte è vero tant’è che anch’io da solo e noi tutti di cuoredilazio, abbiamo aspramente criticato il ritardo con cui la società ha cominciato a muoversi per dare a Sarri i giocatori poi arrivati.

Però è solo la parte nettamente più scarsa del problema.
Qui dopo le prime due giornate di campionato, abbiamo assistito a delle prestazioni della “vecchia guardia” davvero imbarazzanti. E loro non sono arrivati in questi ultimi 15 giorni. Loro sono qui da un pezzo, sono gli stessi a parte Milinkovic (con cui ricordo, abbiamo perso partite simili con avversari simili, alla stessa maniera) che hanno portato la Lazio al secondo posto battendo almeno una volta in campionato, tutte le sue antagoniste per il posto Champions, ovvero Napoli, Juventus, Inter, Milan, Roma, Atalanta. Non possiamo pensare che lo scorso anno sia stato tutto frutto del caso.
Cosi come non possiamo pensare che quest’anno ci siano i loro sosia scarsi in campo.

La vecchia guardia ha nelle sue corde tecniche e fisiche tutta la potenzialità per poter affrontare Lecce e Genoa prendendo punti in maniera agevole. E invece le prestazioni sono state da squadra inferiore, soprattutto fisicamente e mentalmente. Ma allora mi chiedo, la preparazione fatta da questi giocatori, dov’è andata a finire?

Perchè loro, la vecchia guardia, la preparazione l’hanno fatta tutta, come gioca Sarri lo sanno perfettamente, e allora in che modo possiamo dare una spiegazione logica a questo periodo dove sembra sia iniziata ora tale preparazione con giocatori compassati e imballati e mentalmente ancora sulle vacanze appena concluse?
Il mercato è stato un ottimo mercato. Un mercato fatto con logica, con una prospettiva molto futuribile, portando avanti quella progettualità che Sarri e la società hanno programmato. Sono venuti tardi? Si ma in fondo ne ha giocato uno solo dei nuovi dall’inizio, ovvero Kamada, e di certo non è stato il peggiore della compagnia pur non avendo sulle gambe una condizione che gli permetta di giocare 90 minuti. Gli altri entrano a partita in corso e dei nuovi veri, solo Isaksen entra, perchè Pellegrini c’è stato fino alla fine del campionato da gennaio, Vecino è al suo secondo anno e conosce già il tecnico, il Taty Castellanos entra sempre a pochi minuti dalla fine e per paradosso, dei nuovi acquisti, è quello che è arrivato per primo ed è quindi quello che da più tempo frequenta Sarri e i suoi metodi tattici e fisici.

Non possiamo quindi portare avanti più di tanto questa tesi del mercato ritardatario. Ora serve davvero un reset mentale che consenta al cervello di ogni singolo giocatore, di rimettersi in linea con ciò che Sarri chiede in campo, con ciò che la società si aspetta da loro e con ciò che tutta la tifoseria vuole vedere ad ogni partita, ovvero sudore, sacrificio, mentalmente sempre sul pezzo, consapevolezza della forza della squadra, pensare come collettivo e non come singolo.
Bisogna pensare che se si vuole giocare ad alti livelli, vedi Champions League, vedi riconfermarsi entro i primi 4 posti in campionato, la competizione interna per una maglia da titolare è solo un elemento positivo e formativo di una mentalità vincente che una volta acquisita, rimane dentro e la si trasmette agli altri, e non deve essere interpretata come una fastidiosa mosca che ti gira intorno h24 e che cerchi in tutti i modi di scacciar via.

A questo gioco, o si dà il massimo, o si va a casa.
A questo gioco, ognuno dei giocatori deve dimostrare di saperci stare dentro al gioco, oppure meglio che cambi mestiere o cambi aria andandosi a cercare quelle oasi del piacere dove si è venerati già solo mettendo il proprio cartonato in campo.
Non è cosi che funziona.
Non è cosi che si può pensare di stare in una squadra come la Lazio. Pensavamo che con il campionato dello scorso anno, tutti avessero assimilato questi concetti e invece constatiamo che, a quanto pare, tali concetti erano solo messi li attaccati con il nastro adesivo sulla maglia dove basta un po’ d’acqua o un po’ di caldo, per vederli staccarsi e cadere miseramente al suolo calpestati da tutto e da tutti. Ora è tempo di riprendersi.
E’ tempo di prendere questi concetti staccatisi da voi, ormai intrisi di fango, sporchi, ciancicati dal passaggio di milioni di passi, e ripulirli per bene e metterseli sul cuore dove l’adesivo naturale dell’orgoglio, della dignità, faranno il resto e vi permetteranno di riprendere un bellissimo cammino che fino al 4 giugno scorso, ha fatto rinascere e reinnamorare una intera tifoseria per anni assopita da stagioni comunque senza infamia e senza lode. Non è “il tempo di morire” come recita la scena finale di un famoso film, ma è tempo di rinascere e di ritrovare quella grande bellezza che ha fatto stropicciare gli occhi di tutti nel mondo nel vedere la Lazio giocare.
FORZA RAGAZZI, E’ TEMPO DI LAVORARE.
———————— foto prese dal social Twitter account ufficiale S.S.Lazio avendone l’autorizzazione all’utilizzo.——————————–
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