Lazio, peccato Capitale è un punticino che poco vale…

di Carlo Cagnetti

La Lazio ci prova, ma si ferma al palo, pareggio che serve a poco

Non è arrivata la terza vittoria consecutiva al derby (in compenso è arrivato il terzo clean sheet consecutivo contro la roma), ma poco si può imputare alla Lazio di Sarri.

Tre occasioni a zero, un palo, un miracolo del portiere avversario, un gol fallito in modo incredibile, sono tre indizi che fanno la prova inconfutabile di una superiorità netta ma che non ha prodotto il risultato che i biancazzurri avrebbero meritato.

La roma del partente e straparlatore mourinho ha confermato tutto quello che già si sapeva: zero gioco, atteggiamento da provinciale e qualche spunto in ripartenza. E Lukaku e Dybala non pervenuti.

nsomma, specchio fedele romanista è il nulla a livello di occasioni anche se la fase difensiva della Lazio ha contribuito alla nullità offensiva della roma.

La Lazio non segna più

Purtroppo per la prima squadra della Capitale continua a mancare maledettamente chi la butta dentro. Immobile ha giocato con grande spirito di sacrificio, ma non ha inciso in fatto di occasioni gol, mentre i due esterni Felipe Anderson e Pedro hanno raramente creato superiorità numerica.

Insomma solo Guendouzi, il migliore in assoluto, portava pericoli alla retroguardia giallorossa, mentre il mago Luis Alberto ci provava da lontano, ma un palo malandrino gli negava il meritato gol. Da matita rossa l’errore clamoroso sul tiro libero sparato alto. Al resto ci pensa il portiere avversario che compie un vero miracolo su inzuccata di Romagnoli.

Il primo tempo finisce tra gli applausi del popolo laziale, assoluto dominatore della battaglia del tifo e delle coreografie.

Concordia parvae res crescunt, ed un’aquila gigante a coprire tutti i settori biancazzurri. Curva Nord memorabile come sempre. E la curva sud impacciata e ancora una volta dominata dal tifo più bello al mondo.

Secondo tempo meno dinamico e la Lazio cala l’intensità, ma la roma non ne approfitta perché ha in testa solo lo 0-0. I cambi sarriani provocano scosse di adrenalina, soprattutto Isaksen, ma non c’è la lucidità per convertirle in palle gol.

Peccato, per la Lazio è un puntarello che serve a poco, ma che certifica il ritrovato equilibrio difensivo.

Preoccupa la scarsa vena del gol (seconda partita in campionato a zero e 13 gol in 12 gare sono il nulla cosmico…) e qui Sarri, durante la sosta, dovrà fare ripetizione di schemi offensivi per riportare la casella dei gol a numeri confacenti alla forza della Lazio.

E con il pareggio bianco al derby si chiude la prima tranche di un campionato che da Salerno dovrà vedere la Lazio aumentare i giri del motore per risalire una classifica tutto sommato ancora corta. Forse sono i 4 punti dal quarto posto la notizia più bella di una domenica sciapa e senza il punto esclamativo.

Ma solo con un punto e basta…