La Resilienza di un Popolo

A poco meno di 48 ore di distanza dalla sconfitta di Torino faccio una mia riflessione.
Indubbiamente la Lazio di queste prima 4 giornate è una Lazio a metà.
Gare quasi completamente fallite come Lecce e Genoa, una bellissima gara a Napoli che ha fruttato la vittoria al Maradona, e una buona gara a Torino contro la Juventus che si ha meritato in fondo di vincere, ma il 3-1 secondo il mio personale parere, è un risultato bugiardo.

E’ bugiardo perché parte da un gol che doveva quanto meno essere analizzato meglio visto che Mckennie ha preso il pallone che era più fuori che dentro (fuori completamente secondo me) e il VAR in questione invece non l’ha minimamente sezionato come fa in genere su episodi simili soprattutto se questi sono a favore della Lazio (coincidenza? Mah, ci credo poco).
Abbiamo visto come in Inghilterra per esempio, un episodio uguale è stato giustamente valutato seriamente e la valutazione seria, ha portato l’annullamento del gol che ne è derivato visto che si è stabilito che la palla era precedentemente uscita fuori dal terreno di gioco.

Anche a Napoli la Lazio aveva sofferto i primi 24 minuti concedendo qualche occasione alla squadra di Garcia, e la partita con la Juve stava in un certo senso, ripercorrendo lo stesso binario con una Juve che tutto sommato non era stata mai pericolosa fino al momento del gol di Vlahovic generato appunto dall’episodio che abbiamo descritto sopra.
Tale episodio stappa la partita e di fatto la Juventus pur continuando a non essere pericolosa e cominciando anche a subire il controllo del gioco da parte della Lazio, trovava il secondo gol con Chiesa, una altro resuscitato miracolosamente dall’estrema unzione fatta e concessa dallo staff medico della nazionale e dalla federazione che lo hanno immediatamente rispedito a casa tramutando un “raffreddore” curabile con dei fazzoletti per soffiarsi il naso, in una “polmonite acuta con poche ore di vita”.
Infatti il giocatore per magia si allenava regolarmente in gruppo con i compagni juventini ed era della partita essendo anche tra i migliori in campo per dinamicità, aggressività e gol. E per fortuna che era infortunato a tal punto da doverlo rispedire a casa !! Pensa se non lo era cosa poteva fare Chiesa in partita, sfracelli galattici !!

Però la Lazio di Napoli è tornata a Torino quando nella ripresa ha macinato gioco e occasioni per dimezzare lo svantaggio fino a riuscirci con un’altra magia di Luis Alberto che è ormai salito in cattedra definitivamente e si è auto proclamato Rettore della Università Lazio in campo.
Qui però è riemerso purtroppo, il vizio, il bug di questa squadra che sembra non essere stato ancora eliminato, il prendere gol entro e non oltre 3 minuti dall’averlo fatto.
Anche ieri, dopo due minuti ecco di nuovo il gol di Vlahovic che fa indubbiamente un gran gol con un bel tiro da fuori area, ma lo fa principalmente perché i due difensori della Lazio che erano lì accanto a lui, si sono misteriosamente impietriti come se Vlahovic fosse la mitologica Medusa che pietrificava i suoi nemici quando essi provavano a guardarla.
Ovvio che il forte attaccante serbo non si è lasciato sfuggire la ghiotta occasione di fare il proprio comodo.
Tre a uno e tutto da ricominciare per la Lazio. Solo che questa volta la Lazio non solo non ha più ricominciato, ma in pratica, stava cominciando a fare i bagagli per essere pronta al ritorno a Formello consapevole di non poter più riprendere quella gara.
Un vero peccato il terzo gol perché la Lazio nella ripresa dava la netta sensazione di poterla riacciuffare la partita con pieno merito. E’ chiaro che all’interno del match ci sono state delle defezioni tecniche di più di qualche giocatore che ha giocato sottotono, vedi Immobile che sicuramente in questo momento sta vivendo una fase molto difficile della sua carriera, vedi casale e Romagnoli che è stata la coppia che la scorsa stagione non faceva passare nemmeno uno spillo e che a tutt’oggi, ancora non ritrova nemmeno il 50% di quello standard a cui ci ha abituato. C’è un Cataldi che gioca a corrente alternata. A Napoli grande prova, a Torino una prova negativa, cosi come lo è stata contro il Genoa. Rovella subentrato al suo posto, è sembrato più dinamico, più lucido, più aperto alla visione del gioco. Pedro anch’esso subentrato a Felipe Anderson, l’abbiamo visto in grande difficoltà come forse non lo avevamo mai visto prima, i segni dell’età? Qualche acciacco di troppo che non vuole andar via? Non lo so, ma sta di fatto che ieri è stato quasi imbarazzante. Castellanos avrebbe bisogno di giocare di più per incidere positivamente su una partita.
Anche Sarri in questo momento non è immune da critiche, costruttive per carità perché nessuno lo mette in discussione, ma anche lui ieri è andato leggermente in confusione, e di questo se ne dovrebbe rendere conto anche lui stesso.
Quest’anno il tecnico toscano ha delle valide alternative a metà campo ma le sfrutta col contagocce rimanendo ancorato alle sue scelte quasi a voler essere riconoscente verso quei protagonisti che la scorsa stagione hanno raggiunto Champions e secondo posto il campionato.
Come ha detto sempre Sarri, è la squadra che conta per primo, ed allora caro Sarri, anche tu cerca di non perdere di vista questo concetto. Ora la gente per poter mettere chi è più in forma la hai, sfruttala sempre e sfruttala bene, altrimenti rischiamo di buttare alle ortiche partite di campionato e punti che alla fine inevitabilmente peseranno sulla posizione finale visto che l’obiettivo della Lazio è quello di riconfermarsi in Champions.
Ora martedì prossimo c’è L’Atletico Madrid, prima gara del girone Champions. Ora caro Sarri, è il momento di non guardare in faccia più nessuno e di fare scelte che diano un senso anche meritocratico come hai sempre fatto e detto.
Ci sono giocatori che scalpitano, che hanno comunque esperienza europea, che sono fisicamente a posto, che vogliono arare il campo, beh diamogli la possibilità di farlo, giochiamoci questa Champions con la piena consapevolezza che possiamo passare il girone se giochiamo come sappiamo fare, e lo sappiamo fare sul serio non solo a parole.
Adesso testa e gambe a martedì, poi avremo due partite in casa contro Monza e Torino, altra squadra che spesso ci fa dei dispetti. Queste due partite casalinghe dovranno assolutamente ridare vita alla Lazio in campionato, farla rientrare nel gioco Champions perché dopo avremo di nuovo due brutte gatte da pelare come Milan fuori e Atalanta del vecchio e antipatico Gasp in casa.
Questa volta non ci dovranno essere errori, il tempo dei regali è finito, come spero sia finito il tempo delle ingiustizie sportive che la Lazio sta subendo dall’inizio della stagione regolarmente e costantemente.

Che la squadra biancazzurra fosse invisa al sistema ormai è cosa acclarata come il sole che sorge e tramonta tutti i giorni. Che il sistema non rivoglia la Lazio in zona Champions è altrettanto chiaro poiché stravolgerebbe molte teorie e basi che di per se, si reggono già di loro con lo sputo.

La Lazio lo sappiamo, è un modello “da non seguire” secondo i metaforici “Massoni” della federazione, perché non è concepibile pagare gli stipendi con due mesi di anticipo.
Non è concepibile riuscire cmq a rimanere nel calcio che conta pur non facendo buffi.
Non è concepibile riuscire ad ingaggiare giocatori che rendono sul campo senza spendere fortune in cartellini e ingaggi.
Non è concepibile che ci sia un personaggio come presidente, che non lavora con le banche, che non si fa prestare i soldi, che non si fa aiutare da fondi misteriosi, che non si assoggetta al sistema calcio tradizionale.
Tutto questo la Lazio lo paga.
Lo paga sul campo e sul mercato a caro prezzo.

Ma la Lazio ha nel suo DNA doti che altri non hanno e che non avranno mai, il gene della sofferenza, della resilienza. La Lazio non si spezza, non si piega, non si rompe.
La Lazio continuerà ad andare avanti.

Rallentateci se ci riuscite,
provate a sconfiggerci se ci riuscite,
ma sappiate che lascerete sul campo molte vittime,
sappiate che sarete costretti a leccarvi molte ferite,
sappiate che potreste soccombere senza speranza.


La Lazio non si ferma, e non si fermerà.
Sappiatelo voi dei piani alti, avete appena dichiarato inconsapevolmente, la vostra sconfitta, perché alla fine verrete sconfitti.
La Lazio con il suo popolo (almeno quello che veramente gli sta accanto, e non i falsi profeti che predicano contro a prescindere e che vengono da terre lontane) riuscirà a reggere qualsiasi urto, perché noi non siamo una semplice tifoseria, siamo un popolo, e come tale, difenderemo la “nostra Patria” fino alla morte.
Sappiatelo tutti.